È un’estate da protagonista come accadeva ai vecchi tempi quella che sta vivendo Pavia. Se 70 anni fa ne "Il cappotto" Renato Rascel camminava sul ponte coperto e per le vie di un centro storico coperto dalla neve, ora è la versione estiva della città a fare da sfondo a diverse storie. Come quella che raccontano Nek e Francesco Renga che proprio sul Ticino hanno girato il video del loro brano estivo "Il solito lido". I due big della musica italiana si vedono con i pantaloni arrotolati mentre tirano sassi nel fiume e poi salgono su una tipica barca da fiume con il fondo piatto per navigare verso Pavia, mentre alcuni ragazzi giocano a pallavolo sulla spiaggia.
"Sai, mi sento stanco, amareggiato e cammino a passo lento verso la fine del mondo" canta Nek e intanto scorre il paesaggio tipico del corso d’acqua che bagna la città. "Saranno almeno due anni che aspetto l’estate promessa - ribatte Renga -. Sono fuori forma e l’umore tocca per terra". L’unica soluzione quindi è fermarsi alla Baracca di Bereguardo, il chiringuito dal quale si vede il ponte di barche. Ed è proprio quello "Il solito lido".
Da un video che sta andando per la maggiore adesso a una serie molto attesa: "Hanno ucciso l’uomo ragno". Arriverà prossimamente su Sky e in esclusiva streaming su Now il racconto degli esordi di Max Pezzali e Mauro Repetto, gli 883. La serie si concentrerà sulla grande amicizia tra i due giovani interpretati da l’esordiente Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, con sullo sfondo la vita di provincia che si viveva a Pavia a cavallo tra due decenni. Le riprese sono in corso a Pavia e lo stesso Max Pezzali ha ironizzato: "In città non si parla d’altro, sembra il più grande evento possibile".
Non sono pure mancate le critiche mosse da chi non ha potuto accedere alle vie e alle piazze trasformate in set. Polemiche che hanno portato il cantante a scusarsi pubblicamente per i disagi arrecati. Intanto è scattata la 883-mania: "Gente che non sentivo da 30 anni mi chiama per farsi raccomandare per fare la comparsa" ha continuato Pezzali. E questo mentre a Broni, nell’ex centro sociale Cremaschi, a Stradella e a Montalto Pavese in locali messi a disposizione da privati gli allievi del corso di regia televisiva, teatrale e cinematografica stanno girando il film che racconta una storia d’amore sbocciata in un manicomio.