MANUELA MARZIANI
Cronaca

Il viaggio dell’antidoto. La fiala portata a Torino salva la vita a un paziente

Pavia, ogni anno il centro antiveleni consegna 150 sieri attraverso la polizia. Il responsabile Locatelli: "Spesso gli ospedali non sono forniti e chiedono aiuto". .

Il centro antiveleni di Pavia è un punto di riferimento per tutti gli ospedali in Italia

Il centro antiveleni di Pavia è un punto di riferimento per tutti gli ospedali in Italia

L’arrivo in via Maugeri per ritirare due fiale di antidoto e poi via, di corsa, verso Torino perché c’è una vita da salvare. Mercoledì notte il personale della squadra Volante della polizia è stato impegnato in un servizio speciale. Esattamente alle 23,25 dalla centrale operativa della questura di Torino è partita una chiamata diretta alla sala operativa di via Rismondo per avere urgentemente un antiveleno, che era disponibile solamente nell’apposito centro di Pavia. La macchina è stata rapidamente messa in moto. Gli agenti si sono presentati in via Maugeri, hanno prelevato le due fiale che i medici avevano preparato e sono partiti per il pronto soccorso dell’ospedale Mauriziano in Piemonte, perché le somministrassero a un paziente in pericolo di vita. Dopo il trasporto in emergenza, l’antidoto è stato consegnato al personale medico e il paziente è scampato alla morte. "Ci affidiamo al personale della questura - ha detto Carlo Locatelli, responsabile del centro antiveleni e centro nazionale di informazione tossicologica - perché ci garantisce trasporti rapidi e spesso, come in questo caso, non c’era tempo da perdere. Il paziente aveva un’intossicazione da effetti avversi dei farmaci e l’ospedale non aveva la disponibilità dell’antidoto, che normalmente non si trova negli ospedali ed è piuttosto raro".

In Italia la produzione di questo antidoto è scarsa e non si trova facilmente, così occorre ordinarlo all’estero. "Ieri mattina - ha aggiunto il professor Locatelli - abbiamo subito ordinato altre fiale in modo da coprire le carenze. Non possiamo rimanere senza perché spesso gli ospedali ci chiamano per avere antidoti che vengono consegnati attraverso le staffette delle forze dell’ordine".

Ogni anno sono effettuate 100-150 mobilità, sia di giorno che di notte, "quindi la nostra dotazione non deve mai venir meno. La scorsa settimana abbiamo fatto arrivare, sempre attraverso le forze dell’ordine, un siero in Sardegna". A settembre dal centro antiveleni di Pavia era partito anche un antidoto che aveva salvato la vita a una donna.

"Quello era un caso di botulismo - ha aggiunto Locatelli -. Un’anziana romana, che aveva consumato una zuppa di carciofi era morta e la figlia, che aveva assaggiato la stessa minestra, era stata ricoverata in terapia intensiva e si è salvata grazie alla fiala che abbiamo fatto arrivare, mentre è partita la catena per mettere in sicurezza altri consumatori. Sono oltre 50 ogni anno i casi di botulismo: ora ne abbiamo due in Sicilia".