Il gip modifica l’accusa e fa lo sconto agli imputati

Rinvio a giudizio e condanna a 6 anni con la derubricazione del reato da volontario a preterintenzionale

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di Nicoletta Pisanu

Derubricazione dell’accusa principale, da omicidio volontario a preterintenzionale. Il gip di Pavia Maria Cristina Lapi ha stabilito questa modifica nei confronti dei due imputati per la morte, a Vigevano nel gennaio 2021, dell’autotrasportatore di 48 anni Filippo Incarbone. Michael Mangano, 32enne accusato inizialmente di omicidio volontario aggravato e distruzione e sottrazione di cadavere, è stato rinviato a giudizio con l’imputazione di omicidio preterintenzionale e distruzione e sottrazione di cadavere. Gianluca Iacullo, 44enne al quale erano contestate le stesse accuse di Mangano ma non le aggravanti, è stato condannato a sei anni di reclusione con rito abbreviato per omicidio preterintenzionale e distruzione e sottrazione di cadavere.

Il pm Paolo Mazza aveva chiesto per lui 16 anni di reclusione. Riguardo a Iacullo, la giudice ha anche deciso che il risarcimento alle parti civili, il fratello e la sorella della vittima, sia stabilito in separata causa civile. Per Iacullo si chiude dunque il primo grado di giudizio, mentre per Mangano il processo in Corte d’Assise si aprirà il 27 maggio e, senza la contestazione delle aggravanti, potrà usufruire del rito abbreviato prima negato per legge: "Sono soddisfatto del risultato per ora – commenta l’avvocato difensore Fabio Santopietro – È stata in parte accolta la mia istanza di modifica del capo d’imputazione. Ora combatteremo per l’assoluzione". Nella sua arringa, Santopietro ha sottolineato "l’impossibilità da parte dei consulenti di ricostruire le ragioni del decesso" per le condizioni del corpo di Incarbone, ritrovato diverso tempo dopo la morte perché gli imputati l’avevano abbandonato nel fiume Ticino.