Guerra al biodigestore Una fumata grigia in Provincia dopo le tante critiche

ll presidente del comitato per il "no" Paolo Marconi: "Per raggiungere l’impianto i camion dovrebbero attraversare o il centro abitato di Stradella o quello di Castel San Giovanni"

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Si è conclusa con una fumata grigia la conferenza di servizi sul biodigestore. Grigia perché la Provincia che deve decidere se concedere o meno l’autorizzazione si è presa quindici giorni per rispondere alle osservazioni e alle critiche avanzate, poi si saprà se l’impianto sorgerà. "Ci sono delle criticità tecniche - ha detto il presidente del comitato No biodigestore Paolo Marconi -. Per raggiungere l’impianto i camion dovrebbero attraversare o il centro abitato di Stradella o quello di Castel San Giovanni. Un camion pieno di rifiuti fermo a un semaforo in piena estate causerebbe notevoli difficoltà ai residenti. Senza contare che per attraversare Stradella nelle ore di punta ci si impiegano 40 minuti". E non ci sono percorsi alternativi, se non le stradine di campagna per i 40 camion che ogni giorno dovrebbero raggiungere l’impianto provenienti da Toscana, Piemonte e Liguria, oltre ai mezzi diretti a una cava d’argilla la cui realizzazione è in via di approvazione. "Non siamo contro i biodigestori - ha aggiunto Marconi -, siamo contro il turismo del rifiuto. La provincia di Pavia produce 40mila t. di rifiuti l’anno. Nel raggio di 50 Kmq sono previsti 4 impianti, a Voghera Campoferro, Casei Gerola, Broni e Arena Po che dovrebbe ricevere 70mila tonnellate".

Inoltre, sull’area interessata dalla realizzazione la Regione ha posto un vincolo escludente perché si trovano dei pozzi d’acqua che vengono usati in caso di necessità. "L’impianto - ha proseguito il presidente del comitato - per funzionare ha bisogno di una certa quantità d’acqua giornaliera e la nostra zona ha i pozzi asciutti".

Manuela Marziani