MANUELA MARZIANI
Cronaca

Da Pavia al Brasile, il pazzo viaggio in Fiat fa tappa a Las Vegas

Partito nel 2016, l’equipaggio sta compiendo il tour a tappe: il viaggio è ripreso da Salt Lake City, l’arrivo sarà nel 2020

Daniele Valera e Luca Brambilla

Pavia, 4 agosto 2019 - Prendete una vecchia utilitaria di quelle che le casalinghe usavano per andare a fare la spesa e provate a fare il giro del mondo. Senza aria condizionata, navigatore, controlli elettronici: un gruppo di amici sta compiendo questa impresa. La missione è arrivare in Brasile, o meglio, riportare una sgangherata Fiat Uno Cs a Betim, dove un tempo veniva assemblata, «per farla tornare a casa».

Partito da Pavia nel 2016, l’equipaggio sta compiendo il tour a tappe conciliando gli impegni di lavoro con il divertimento. Oggi al volante ci sono Daniele “Kunde” Valera e Luca “Brambo” Brambilla che sono andati a riprendersi l’utilitaria a Salt Lake City, dove è rimasta un anno ad aspettarli e si sono messi in marcia. «Abbiamo scelto una Fiat Uno perché è stata l’auto con la quale abbiamo imparato a guidare - raccontano -, quella che ci ha permesso di correre il Mongol Rally. È sgangherata, ma robusta e soprattutto non ha elettronica. Se ci sono piccoli problemi meccanici, ci si possono mettere le mani. In quelle più recenti è impossibile».

E, infatti, alla partenza qualche intoppo c’è stato. «Volevamo installare la nostra batteria comprata in Georgia anni fa - ha aggiunto il Team 241 -, ma poi abbiamo optato per una Duralast made in Korea, il cui nome è tutto un programma. Un ragazzo dello storage poi ci ha fatto notare una perdita di benzina dal tubo che arriva dalla pompa e lo abbiamo cambiato per 4 dollari». Quindi l’equipaggio ha fatto rotta verso Beaver nella speranza di vedere castori e ha puntato a sud verso Zion National Park. «Su un passo a 2000 metri - hanno sottolineato Kunde e Brambo - la “Cessa” (come è stata affettuosamente ribattezzata) ansima un po’, ma tiene botta per il gran premio della montagna».

Arrivati a Las Vegas quell’utilitaria ha suscitato una curiosità enorme: «What the hell is this? Is a Fiat?» ha domandato un parcheggiatore abituato alle lunghe auto americane. Dopo una breve permanenza in quello che l’equipaggio ha definito il «parco divertimenti americano», dormendo in un ostello, i due hanno deciso di risalire in macchina direzione mare. «A Las Vegas la temperatura è imbarazzante - hanno raccontato - però appena fuori dalla città si abbassa di almeno 5 gradi. Abbiamo bisogno di respirare un po’». In Brasile non arriveranno ancora quest’anno. «Magari nel 2020 - confessano - dobbiamo vedere, perché i nostri non sono proprio viaggi, sono una sorta di zingarata lenta».