Far del male all’ex marito a tutti i costi: l’ossessione della donna fatale a Gigi Bici

Pavia, la Procura: Pasetti era pronta a sbarazzarsi di chiunque ostacolasse i propri obiettivi. Lei tace davanti al gip

Barbara Pasetti, in carcere con l’accusa anche dell’omicidio di Gigi Bici

Barbara Pasetti, in carcere con l’accusa anche dell’omicidio di Gigi Bici

Pavia - Ha chiesto tempo per leggere le carte Barbara Pasetti, la fisioterapista 40enne accusata dell’omicidio di Luigi Criscuolo. Ieri mattina, nella sezione femminile del carcere di Vigevano dove era fissato l’interrogatorio di garanzia, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

"Non abbiamo avuto tempo per leggere accuratamente che cosa c’è nei due faldoni da oltre 2000 pagine – ha detto l’avvocato difensore della donna, Irene Anrò –. La mia assistita ha ricevuto soltanto giovedì l’ordinanza, mancano tutti i documenti correlati che la prossima settimana studieremo coinvolgendo anche i consulenti". Barbara Pasetti, che vive nella frazione Calignano di Cura Carpignano il 20 dicembre ha trovato davanti al cancello della sua tenuta il cadavere di Gigi Bici, com’era noto a Pavia il 60enne. Secondo la Procura sarebbe stata lei a uccidere a bruciapelo l’ex commerciante e a spostarlo sul retro dove è rimasto per 42 giorni coperto da foglie. "Mi fa male leggere che Criscuolo, ingaggiato per eliminarmi con un’arma che Barbara gli aveva fornito – ha detto l’ex marito della donna, Gian Andrea Toffano –, sia rimasto vittima di quella stessa pistola". In realtà nelle 60 pagine dell’ordinanza non si dice mai che Barbara Pasetti volesse far uccidere l’ex coniuge, ma che avesse incaricato Gigi di spaventare o ferire Toffano.

Prima di rivolgersi al 60enne, però, la donna avrebbe tentato da sola di fare del male a Toffano, avvelenandogli per due volte il caffè. Non riuscendo "a dare una lezione" all’ex marito, Barbara si sarebbe rivolta a Gigi e gli avrebbe procurato un’arma illegalmente detenuta e con le istruzioni incollate. Secondo la Procura la 40enne è una donna pericolosa che avrebbe voluto perseguire a ogni costo gli obiettivi illeciti in spregio di ogni regola e pronta a sbarazzarsi di chiunque la ostacolasse.

In carcere dal 20 gennaio, la donna è stanca e provata ma tiene una condotta corretta. "Ha ottimi rapporti con le altre detenute e le agenti – ha sottolineato l’avvocato Anrò –, legge molto e ha chiesto subito di poter lavorare. Fa la spesina, distribuisce la spesa. Il figlio di 8 anni è sempre nei suoi pensieri, lo sente telefonicamente e presto potrebbe anche vederlo via Skype. Intanto vede settimanalmente il padre Franco". I figli di Criscuolo, invece, il loro padre lo piangono e finalmente potranno pure salutarlo. La Procura ha concesso il nulla osta, la prossima settimana si celebreranno i funerali.