MANUELA MARZIANI
Cronaca

Fridays for future a Pavia: niente presidio in piazza della Vittoria dopo il blitz alla raffineria

Per disposizione della questura spostati in piazzale Ghinaglia gli attivisti ambientalisti

Manifestanti in piazza Vittoria

Manifestanti in piazza Vittoria

Pavia, 15 settembre 2023 – Hanno bloccato ieri per poco più di un’ora l’ingresso alla raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi e oggi avrebbero voluto tenere un presidio in piazza della Vittoria. Si erano seduti per terra nel salotto buono della città per chiedere una mobilità sostenibile e accendere i riflettori sui problemi del clima, in vista della Climate parade del 6 ottobre. Ma gli attivisti di Fridays for future questa volta sono stati allontanati e spostati fuori dal centro, al di là del ponte coperto, in piazzale Ghinaglia.

“Da una settimana avevamo comunicato alla questura che avremmo voluto tenere un presidio statico nella centralissima piazza della Vittoria – hanno detto gli attivisti -. Avevamo anche detto che Fridays For Future è un movimento pacifico che da più di 4 anni porta a Pavia la protesta climatica ogni venerdì e non solo. Cos'è cambiato questa volta? Che il preavviso era a nome di uno dei cittadini che ieri, con un'azione di disobbedienza civile ha bloccato per due ore l'ingresso principale della raffineria di Sannazzaro de Burgondi. La motivazione pare essere che potessimo imbrattare o rovinare punti nevralgici del centro storico, perché abbiamo fatto delle scritte con la vernice davanti a uno dei principali hub di Eni, azienda tutta italiana nella top 30 mondiale di investimenti nel fossile”. Dopo l’azione di ieri a Sannazzaro, cinque giovani sono stati denunciati per violenza privata e imbrattamento. “Noi ci prendiamo le nostre responsabilità – hanno commentato subito dopo aver saputo della denuncia -, ma vorremmo che anche le aziende di combustibili fossili e il mondo della politica si prendessero le loro. Invece ci fanno un processo all'intenzione: per un presidio autorizzato ora c'è paura che possano essere disordini addirittura non gestibili dalle forze dell'ordine, ma che richiedono l'intervento diretto del questore, con prescrizioni esagerate per il tipo di evento preavvisato. Il movimento climatico pavese diventa così bersaglio di una politica che strumentalizza le proteste di disobbedienza civile in modo sensazionalistico”.