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Ex direttore delle Poste a giudizio, per l’accusa liquidava fatture false

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Il suo ruolo secondo l’accusa sarebbe stato quello di trasformare in contanti le decine di milioni di euro provenienti dalle false fatturazioni delle aziende ricollegabili a due fratelli svizzeri. E’ stato fissato per il prossimo 21 ottobre l’udienza con rito immediato per Francesco Caruso , 57 anni, agli arresti domiciliari, ex-direttore dell’ufficio postale decentrato di via San Giovanni a Vigevano, arrestato dalla Guardia di Finanza alla fine di febbraio dello scorso anno dopo che le Fiamme Gialle avevano accertato transazioni anomale nell’agenzia da lui diretta e lo avevano trovato in possesso di decine di carte prepagate intestate ad ignari correntisti.

La scorsa primavera, con l’operazione "Iron Coin" lo scenario si era allargato con la scoperta di una associazione a delinquere capeggiata da due imprenditori italo-svizzeri, attualmente in carcere. I militari avevano scoperto analizzando i conti di Caruso e dei suoi familiari un vortice di false fatture e bonifici diretti a società che mascheravano l’attività dei due fratelli italo-svizzeri. Le accuse per i coinvolti sono a vario titolo, oltre all’associazione a delinquere, di peculato, frode fiscale, indebito utilizzo di carte di credito. "In aula – spiega l’avvocato Stefano Benvenuto, legale di Caruso – sosterremo l’estraneità del mio assistito alle accuse".

Umberto Zanichelli