Ore di ansia per il piccolo Eitan: "Gli fanno il lavaggio del cervello"

Gli avvocati israeliani della zia Aya Biran preoccupati per le sue condizioni Lo zio ha incontrato il bimbo nella casa in cui si trova con il nonno a Tel Aviv

Aya Biran, la zia del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia

Aya Biran, la zia del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia

Pavia, 19 settembre 2021 -  "Gli stanno facendo un lavaggio del cervello". Gli avvocati israeliani della zia paterna di Eitan, Aya Biran si sono detti preoccupati per le condizioni del bambino. "Anche se Eitan appare in condizioni fisiche buone, è preoccupante notare nel piccolo chiari segni di istigazione" hanno sottolineato gli avvocati Shmuel Moran e Avi Chini, che assistono in particolare per la richiesta che venga applicata la convenzione dell’Aja. I timori sono sorti dopo l’incontro avvenuto ieri tra lo zio paterno dell’unico superstite della tragedia del Mottarone e il piccolo. L’uomo, Hagai Biran, insieme alla moglie è stato nell’appartamento in cui il bambino si trova con il nonno Shmuel Peleg in un grattacielo alle porte di Tel Aviv. "Questa mattina - ha affidato a una nota Gadi Solomon portavoce della famiglia Peleg in Israele - Hagai e sua moglie hanno visitato il piccolo nella casa di Shmuel Peleg. I due sono stati con Eitan in privato e hanno giocato con lui un po’ più di un’ora. Durante la visita è stato proposto loro di telefonare ad Aya in Italia o ai genitori di Amit, ma loro hanno preferito non affaticare oltre Eitan".

Diversa è la versione fornita dagli avvocati della famiglia Biran, secondo i quali "purtroppo Hagai Biran e sua moglie ci hanno riferito di aver concluso l’incontro in allarme per le condizioni del bambino. Anche se Eitan sembra in buone condizioni fisiche. Era preoccupante notare nel piccolo Eitan chiari segni di istigazione e di lavaggio del cervello. Questo è un vero danno. Per noi il ritorno di Eitan nella sua casa in Italia sembra più urgente che mai". Secondo i legali "contrariamente alla famiglia dei rapitori che riferisce in tempo reale della vita del minore come se partecipasse a un reality, noi e la famiglia Biran pensiamo che in questo momento la cosa più opportuna e necessaria sia di proteggere la privacy e l’intimità di Eitan". E, proprio nel rispetto della privacy del bambino, la famiglia Biran preferisce non confermare che oggi Aya partirà per Israele. La zia vuole affrontare da sola, senza rischiare di avere giornalisti a bordo, le quasi 4 ore di volo diretto che la porteranno dal nipotino e, dopo la settimana di isolamento, le permetteranno d’incontrarlo magari anche prima dell’udienza fissata per il 29. Dal viaggio la famiglia spera di poter tornare in Italia con il bambino. Intanto, sempre da Israele dove il nonno ha rilasciato una lunga intervista alla tv Channel 12 arriva la notizia che i Peleg avrebbero chiesto il blocco dei beni del bambino fino al raggiungimento della maggiore età, a dimostrazione che il loro interesse non è economico, ma affettivo. Eppure lo zio Or Nirko, che la prossima settimana potrebbe raggiungere la moglie insieme assieme alle figlie in una lettera ha rinnovato la richiesta di risolvere il caso col rientro di Eitan il più presto possibile a Pavia.