MANUELA MARZIANI
Cronaca

Due ghisleriani da premio: "Far avanzare la medicina. È questo il nostro lavoro"

Il riconoscimento del Collegio pavese per un alunno Junior e un Senior a Nicolò Binello e Mario Viganò, 36 e 85 anni, impegnati anche all’estero.

Due ghisleriani da premio: "Far avanzare la medicina. È questo il nostro lavoro"

Da sinistra Nicolò Binello Emilio Girino presidente dell’Associazione Alunni del Ghislieri e Mario Viganò

"Una grandissima gratificazione personale". Nicolò Binello, 36 anni, ghisleriano dal 2007, medico specialista in medicina interna con uno spiccato interesse per la salute globale, ha commentato così il Premio Ghislieri Junior che ieri ha ricevuto da Emilio Girino, presidente dell’Associazione Alunni. “Frontiere di vita“ è stato il tema dell’edizione 2024 del riconoscimento.

Insieme a Binello è stato premiato come Senior anche Mario Viganò, 85 anni, ghisleriano dal 1956, che negli anni Ottanta ha dato il via a un inarrestabile progresso della medicina. Dopo la laurea all’Università di Pavia, il professor Viganò si è perfezionato alla Clinica cardiochirurgica dell’Hôpital Broussais di Parigi. Da direttore della Cardiochirurgia del San Matteo ha effettuato, in Italia, il secondo trapianto di cuore in assoluto (1985), il primo trapianto eterotopico di cuore (1986), il primo impianto di cuore artificiale extracorporeo (1987), il primo trapianto cuore-polmone (1991). A legare le due figure eccellenti non è solo la professione ma, soprattutto, la convinzione che il proprio lavoro consista nello spostare sempre più avanti le frontiere della medicina, sia in senso figurato grazie all’avanzamento tecnologico sia in senso letterale, grazie alla pratica in terre lontane.

Funzionario Onu, Binello vive a Ginevra e ricopre la carica di Technical Officer alla sede centrale dell’Oms, occupandosi di strategie per contrastare la meningite epidemica su scala globale con particolare attenzione all’Africa sub-sahariana, dove in passato ha anche personalmente coordinato i reparti di medicina di due ospedali rurali in Etiopia e Sud Sudan.

"Lavorare direttamente con le popolazioni migranti, in un’organizzazione molto impegnata come Medici Senza Frontiere – ha raccontato Binello – è stata un’esperienza molto intensa, che consente di capire concretamente cosa sia l’emergenza umanitaria. Ritrovarsi in un hotspot che contiene mille migranti significa toccare con mano come siano necessarie politiche di accoglienza completamente diverse".

Entrambi i premiati hanno perfezionato la loro esperienza professionale anche all’estero. "A Boston, dove sono stato grazie alla borsa di studio per Harvard sponsorizzata dal Collegio – ha aggiunto Binello – ho incontrato una serie di professionisti impegnati nel campo della salute globale. In Etiopia e in Sud Sudan però ho capito che cosa volevo veramente diventare". "Il nostro premio – ha ricordato Girino – è una vetrina delle eccellenze espresse dal Ghislieri. Di tutto ciò che queste figure straordinarie hanno già saputo dare e di ciò che sapranno ancora offrire alla società".