REDAZIONE PAVIA

Stop alla discarica d'amianto a Cava Manara

Troppo vicina ai canali irrigui: la Regione chiede nuovi accertamenti di Manuela Marziani

Una discarica d'amianto in una foto d'archivio

Cava Manara, 7 novembre 2014 - L’ok alla realizzazione della discarica d’amianto che la Regione avrebbe dovuto dare ieri, alla fine non c’è stato. Le norme del Piano di governo del territorio di Cava Manara non consentirebbero l’opera.

La questione è stata affrontata in una conferenza di servizi in Regione Lombardia, alla quale hanno partecipato i sindaci di un territorio di 25mila abitanti che non vorrebbe accogliere quei rifiuti. E, discutendo, è emerso che la ditta proponente non ha la piena disponibilità dell’area attraversata da due canali irrigui del reticolo idrico minore. Si sarebbero dovuti spostare, ma è necessario mantenere una fascia di rispetto di dieci metri e parti della discarica come la strada vicinale e la recinzione, da progetto entrerebbero nei dieci metri.

Il problema era già stato sollevato a giugno, in quel caso però per la Regione lo spostamento dei canali, non accettato dal Canale Govone che gestisce i corsi d’acqua, non rappresentava un motivo ostativo. Ora è emersa una diversa accezione e il Comune di Cava Manara dovrà far pervenire alla Regione un parere scritto. Solo allora sarà convocata una nuova conferenza di servizi. Nel frattempo, durante l’incontro di ieri mattina al quale è stato invitato anche il Parco del Ticino, oltre ai primi cittadini di Cava Manara, Sommo, San Martino, Zinasco, Villanova e Carbonara, si è discusso anche dei cambienti climatici non affrontati nel progetto.

«Quest’anno abbiamo avuto cinque trombe d’aria — ha denunciato il sindaco di Carbonara, Stefano Ubezio —. Se si scoperchiasse l’area, si contaminerebbe l’intera area con le sue risaie che sono l’unica ricchezza della Lomellina». Inoltre, è stato sollevato il problema della gestione dei pozzetti: uno è stato nascosto con due badilate di cemento e coperto da foglie secche, mentre l’altro è divelto da tempo. Proprio lì accanto sono stati trovati dei bidoni di diserbanti che potrebbero aver contaminato la falda. «Non solo — ha aggiunto il sindaco di Carbonara — recentemente la Regione ha aggiornato il proprio piano rifiuti. Come sindaci, abbiamo chiesto che il progetto si adegui alle nuove norme. Per il momento crediamo sia un buon risultato il rinvio a data da destinarsi. A pochissimi chilometri abbiamo siti riconosciuti dalla Comunità Europea, chi verrà a vederli con una discarica vicina? Facciamo di tutto per valorizzare il nostro territorio e i prodotti tipici, se ci arriva una buca da 550mila metri cubi in cui conferire amianto e si consumano quasi 36mila metri quadri di suolo agricolo, siamo finiti».