NICOLETTA PISANU
Cronaca

Diglicerina nel vino, sei alla sbarra: "Ci risultano additivi nella norma"

Aperto il dibattimento. La difesa di due imputati chiede l’ammissione di una perizia

Diglicerina nel vino, sei alla sbarra: "Ci risultano additivi nella norma"

I sei coinvolti erano stati rinviati a giudizio a giugno con le accuse di frode in commercio e l’alterazione delle indicazioni geografiche di provenienza

Si è aperto nei giorni scorsi in tribunale a Pavia il dibattimento per i sei imputati alla sbarra nell’ambito del procedimento sulla presunta adulterazione del vino con la diglicerina ciclica, una sostanza alterante vietata dalla normativa. I sei coinvolti erano stati rinviati a giudizio a giugno dalla giudice dell’udienza predibattimentale, Luisella Perulli. A vario titolo le accuse mosse dalla Procura riguardano la frode in commercio e l’alterazione delle indicazioni geografiche di provenienza. Sono a processo l’ex presidente della cantina Terre d’Oltrepo Andrea Giorgi (il quale non ricopre più questo incarico da gennaio 2022), gli enologi Alessio Gaiaschi e Andrea Rossi e i viticoltori Giovanni Maggi, Luca Bellani e Giovanni Covini.

La prima udienza del dibattimento si è tenuta mercoledì scorso, è stato stilato il calendario delle prossime quattro udienze: la prossima è prevista per il 26 marzo 2025, si proseguirà il 9 aprile e il 16 aprile, poi il 7 maggio. Le prime due udienze saranno dedicate ai testimoni del pm e le altre due a quelli della difesa, con riserva su una perizia richiesta dall’avvocato Luca Angeleri, che assiste Maggi e Covini: "Abbiamo eseguito analisi, tramite un laboratorio specializzato, le quali indicano che i livelli di diglicerina sono nella norma.

Ho richiesto in fase di indagini al pubblico ministero di fare effettuare controanalisi in contraddittorio, ma non abbiamo ricevuto risposte. Abbiamo così riproposto la richiesta di perizia in dibattimento, certi che una nuova analisi disposta dal giudice confermerà che nel vino stoccato presso le cantine di Maggi e Covini non erano presenti sostanze non consentite" dalla legge. Secondo l’accusa, vino proveniente dalla cantina di Broni sarebbe stato adulterato e poi messo in commercio come originale e genuino: un laboratorio di analisi che aveva svolto accertamenti per conto di un operatore della grande distribuzione aveva presentato un esposto in Procura segnalando la presunta presenza della sostanza proibita nel vino. L’inchiesta era culminata nel 2021 con il sequestro di 52mila litri di vino rosso, che poi era stato dissequestrato, e svariate bottiglie di spumante.