
Uno scorcio del San Matteo
Pavia – In tribunale ha patteggiato la pena per violenza sessuale, ma un gruppo di colleghi difende il primario del policlinico San Matteo e UniPv che è stato denunciato da undici specializzande. Ora l’ex direttore della scuola di specializzazione in anestesia e rianimazione a Pavia, ancora sospeso dal servizio, attende di sapere se sarà reintegrato. “Alcune persone vicine alle dottoresse – ha detto Rossella Cabras di “Non una di meno” – ci hanno parlato del disagio che stanno provando. Hanno avuto coraggio a denunciare e sono impegnate in una logorante battaglia contro il superiore che per anni (almeno dal 2016) ha approfittato del suo potere per commettere abusi su di loro. Non devono sentirsi sole”.
A sostegno delle specializzande il collettivo ha lanciato una campagna social “Basta violenze e abusi in Policlinico e Università”, alla quale seguiranno volantini e manifesti. “Vogliamo stimolare i sindacati del Policlinico e dell’ateneo a prendere una posizione – ha aggiunto Cabras – nei confronti del primario che chiede di essere reintegrato addirittura come primario ospedaliero di quelle stesse dottoresse, pretendendo anche di proseguire, senza conseguenze, l’esercizio del suo potere di superiore. Le istituzioni, l’Università e il Policlinico, devono avere il coraggio di non permettere a chi è accusato di violenza di genere di tornare in contatto con le persone su cui ha perpretato l’abuso. Le organizzazioni sindacali dovrebbero iniziare a considerare la violenza di genere come una emergenza strutturale che si interseca con altre forme di violenza e sfruttamento. E la nostra città non è opportuno che rimanga indifferente a questo rischio”.
Sui social sono stati diversi i riscontri finora arrivati non soltanto da Pavia. “Molti ci dicono che non sappiamo che cosa accade negli ospedali – ha proseguito la referente di “Non una di meno” –. Lo sappiamo, in realtà, e vorremmo che venisse denunciato, ma a chi trova il coraggio per farlo deve essere riservata la doverosa attenzione. Lasciare da sole queste persone sarebbe stupido”. A sostegno delle 11 specializzande, però, soltanto “Non una di meno” mesi fa ha organizzato un presidio sotto il rettorato.