MANUELA MARZIANI
Cronaca

La Cicogna sconfigge il Covid, più nascite del 2019 al San Matteo di Pavia

Nel periodo dell’emergenza 447 parti, sei in più dello stesso periodo dello scorso anno

L’ospedale San Matteo di Pavia ha un Centro d’eccellenza per le neomamme

Pavia, 21 maggio 2020 - Il periodo della gravidanza è fatto di tante incognite e mille domande, da quelle più frivole a quelle più serie che riguardano la salute del nascituro. A tutti questi interrogativi, per chi è diventata mamma in tempo di Covid, se ne sono aggiunti altri legati alla diffusione del contagio e a cosa sarebbe accaduto in caso di positività.

Dal 21 febbraio al San Matteo sono state 12 le donne gravide accolte perché positive al Coronavirus. A fronte di un numero di neonati più alto rispetto al 2019. Sono stati 447, infatti, i piccoli venuti alla luce, 6 in più rispetto ai nati nello stesso periodo 2019. Ma l’intero percorso di ricovero per il travaglio e per il parto, in questi mesi di epidemia, ha subito un incremento legato proprio all’accoglienza delle donne positive. Questo è stato possibile anche perché, appena è scattata l’emergenza, il San Matteo si è attivato con l’adozione di linee guida per la gestione di casi sospetti, probabili o certi all’interno dei reparti del dipartimento salute della donna e del bambino.

Il Punto nascita del San Matteo, già identificato come Centro di riferimento regionale per l’accoglienza delle pazienti affette da Covid-19, da subito ha realizzato percorsi separati, con personale dedicato: dall’accesso al Pronto Soccorso fino alla degenza in reparto, passando per l’ambulatorio e il blocco parto."Quando una donna gravida “a rischio” si presenta in pronto soccorso ostetrico viene accolta in una stanza dedicata - spiegano i medici di Ostetricia e ginecologia del San Matteo -, si esegue il tampone naso-faringeo e una valutazione del benessere fetale e materno. Se il tampone è negativo la donna segue il percorso routinario se, invece, il tampone risulta positivo, la paziente viene sottoposta ad Rx torace e consulenza infettivologica". A quel punto, la donna non può avere accanto la famiglia, il parto avviene senza il supporto dei propri affetti.

" Per affrontare meglio il momento - aggiungono i ginecologi - si è pensato di offire un supporto one to one con un’ostetrica dedicata. I controlli delle neomamme che hanno sviluppato una patologia polmonare proseguono poi anche nel post partum con un contatto diretto con i medici del reparto e la sorveglianza ecografica del polmone. Inoltre, alle donne che contraggono il virus durante il 1° e 2° trimestre di gravidanza è garantita una presa in carico ambulatoriale fino al parto da un’equipe multidisciplinare (ginecologo, ecografista ostetrico, infettivologo, neonatologo e anestesista) per la sorveglianza e il monitoraggio della terapia". "L’Unità operativa di ostetricia e ginecologia, guidata dal professor Arsenio Spinillo, è da sempre un centro di riferimento regionale e, ancora una volta, ha dimostrato l’alto livello di professionalità che ci ha permesso, in questo caso, sin dai primi giorni dell’emergenza di far fronte alle necessità delle pazienti che si affidavano al San Matteo per partorire", commenta Antonio Triarico, ds della Fondazione Policlinico San Matteo.