Coronavirus, prof Bruno: "Essere duri ora o Italia come Francia e Spagna"

Il direttore dell'Unità operativa complessa Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia: "In ospedale siamo messi benino, ma speriamo di non arrivare ad altri numeri"

Il professor Raffaele Bruno, direttore del reparto Malattie infettive

Il professor Raffaele Bruno, direttore del reparto Malattie infettive

Pavia, 15 ottobre 2020 - Aumenta il numero dei nuovi casi di Coronavirus in Lombardia e in tutta Italia. E c'è molta preoccupazione. "Il problema è che il virus ha ripreso a circolare alla grande - ha detto Raffaele Bruno, direttore dell'Unità operativa complessa Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia -. Se continuiamo con questi numeri e non si fa niente per bloccarlo, il nostro destino è arrivare ai dati che vediamo in Spagna e Francia". E ha spiegato: "Quello che vorrei dire è che, al di là di quelle che saranno le misure, è importante prenderle ora per non arrivare a una situazione in cui gestiremmo male l'arrivo dei pazienti in ospedale. In questo momento ci giochiamo tanto: ci giochiamo il futuro dei prossimi mesi. A mio avviso bisogna essere duri adesso che è in crescita e non aspettare di essere duri quando già gli eventi biologici si saranno consumati". L'Irccs lombardo è stato fra quelli in trincea nella prima emergenza Covid-19, e Bruno è uno degli specialisti che si è occupato del paziente 1 d'Italia, Mattia. "Abbiamo pochi giorni per evitare che si perda il controllo della situazione - ha sottolineato all'Adnkronos Salute - Dobbiamo agire subito". Bruno si è detto "adesso preoccupato anche dei numeri assoluti" dei casi, mentre fino a qualche giorno fa leggeva come una spia "l'aumento percentuale". Per la Lombardia lo specialista guarda con apprensione in particolare un dato: "La percentuale di positivi rispetto al numero dei testati. Si è passati dal 3,5% del 7 ottobre al 10% di positivi sui casi testati ieri, e questo è un problema".

Per far capire cosa prova di fronte al ritorno dei malati Covid negli ospedali un medico che è stato in prima linea per arginare l'ondata nei mesi più duri dell'emergenza, Bruno ha usato poche semplici parole: "Un tragico déjà vu". Al San Matteo oggi "siamo messi benino. Nel senso che abbiamo 40 pazienti Covid, di cui 31 in degenza ordinaria e 9 in rianimazione e gestiamo per ora un flusso ordinato. Siamo pronti ad aumentare le disponibilità". "Siamo in un assetto 'di guerra' che ci permette in ogni momento di aumentare l'offerta", ha assicurato lo specialista. In termini numerici, adesso "noi stiamo aumentando i posti della mia divisione Malattie infettive fino ad arrivare nella prossima settimana a più di 80 posti. E poi - ha concluso Bruno - si aprono anche posti dedicati in Pneumologia e arriveremo a 100 posti disponibili per Covid. Abbiamo margine di movimento in questo preciso istante, ma torno a dire speriamo di non arrivare ad altri numeri. Dobbiamo agire per evitarlo".