
La facciata di epoca romanica della chiesa di San Marino (Torres)
Pavia, 8 aprile 2018 - Una prospettiva naufragata sul nascere e la chiesa di San Marino continua a restare chiusa con tutta la sua storia. La Comunità di Sant’Egidio che si ritrova nella chiesa di San Michele avrebbe voluto spostarsi di pochi metri e occupare l’edificio di via Siro Comi per le proprie attività. "Abbiamo chiesto al Comune che da due secoli è proprietario della chiesa di poter effettuare un sopralluogo - ha detto Giorgio Musso della Comunità di Sant’Egidio -. Volevamo vedere in quali condizioni si trovasse l’edificio, ci siamo accorti così che i lavori di cui necessita sono molto consistenti, al di sopra delle nostre possibilità".
L'edificio che ha una facciata e un campanile di epoca romanica, secondo la leggenda sarebbe stato voluto dal re longobardo Astolfo per conservarvi tutte quelle reliquie di Santi che aveva trovato durante il saccheggio di Roma. In passato, in occasione degli anniversari della battaglia di Pavia (24 febbraio) e della festa della Santa Croce di Cristo (14 settembre), quando Pavia fu liberata dall’assedio dei francesi, dalla chiesa partiva una processione che portava per le vie della città la reliquia della Santa Croce custodita nell’edificio religioso. Da molto tempo però di San Marino non si parla più. L'ultimo progetto presentato dal Comune risale all’amministrazione Cattaneo che avrebbe voluto recuperarla insieme alla città con le sue scuole, i giovani e le associazioni interessate una collaborazione. Ma quell’iniziativa che riguardava anche la zona circostante l’edificio religioso in cui talvolta si verificano raid vandalici non è mai decollata. "Quella chiesa ci ha sempre incuriositi - ha aggiunto Musso -, ma purtroppo non basta darle una pulita e sistemare le traversine in marmo per poterla usare. È chiusa da troppo tempo. Per riaprirla occorre prima metterla in sicurezza e poi restaurarla. Non abbiamo i fondi per farlo. Resteremo a San Michele, che pure ha bisogno di interventi di manutenzione, ma che almeno non sono a carico nostro".