Minori in comunità, urlo dei sindaci: "Paghiamo noi le rette, ora basta"

Confronto dopo il dissesto di Ceretto Lomellina: nascerà un comitato per trovare una soluzione con il Governo

L’incontro promosso dal primo cittadino di Mede Giorgio Guardamagna

L’incontro promosso dal primo cittadino di Mede Giorgio Guardamagna

Ceretto Lomellina (Pavia) - Costituire un comitato ristretto di sindaci che possa realizzare una proposta concreta per tutelare i Comuni dalle spese per il mantenimento in comunità i minori, la ragione per la quale qualche giorno fa Ceretto Lomellina, 184 abitanti nel cuore della Lomellina, ha dovuto dichiarare il dissesto finanziario. È una delle proposte emersedall’incontro promosso dal sindaco di Mede, Giorgio Guardamagna, su un tema che interessa molte Amministrazioni comunali.

«Dobbiamo alzare la voce - ha detto davanti a una vasta platea nonostante il tempo di vacanze - Il problema è stato segnalato più volte dai Comuni del nostro territorio con petizioni e proposte rimaste lettera morta. Era stato programmato anche un convegno a Breme con 150 sindaci di Lombardia e Piemonte, Anci Lombardia e numerosi parlamentari, poi saltato per il Covid. Non è ammissibile che un sindaco, un buon amministratore, debba rimettere tutto nelle mani di un commissario a causa di spese per le quali lo Stato si chiama fuori".

A pesare sul bilancio di Ceretto sono stati i poco più di 90mila euro annui pagati per tre ragazze del paese tolte alle famiglie e affidate a comunità la cui retta di mantenimento è in capo al Comune. "Ho convissuto con tutto questo da marzo 2018 – ha detto il sindaco di Ceretto, Giovanni Cattaneo, applaudito – quando il Tribunale ci ha attribuito le spese di mantenimento delle tre ragazze, 85 euro al giorno ciascuna. Abbiamo tagliato lo scuolabus, il trasporto anziani, siamo arrivati alla rinuncia delle indennità degli amministratori senza riuscire a salvare il bilancio".