Alcuni genitori hanno sospeso la frequenza all’asilo nido dei loro figli e altri, dopo i colloqui d’inizio anno, hanno deciso di non iscriverli più. Attorno al “Crapa pelata“ aleggiano malcontento e preoccupazioni dopo il cambio d’appalto. Preoccupazioni che non hanno proprio tutte le mamme, perché c’è comunque chi preferisce dare al nuovo personale il tempo per ambientarsi, se accetterà di rimanere.
Non essendo di Pavia e non avendo alcun tipo d’incentivo economico, infatti, con i rincari di carburante, non tutte le educatrici accettano di continuare a lavorare al nido. Così lunedì è arrivata una nuova coordinatrice, a breve ci sarà un’altra educatrice per i più piccoli, mentre la cuoca che ha lavorato per un mese non aveva esperienza ed è stato necessario richiamare la persona che era un punto di riferimento per i bambini. "Secondo quanto previsto dall’appalto – hanno detto Chiara Bernocchi e la rappresentante della classe Piccoli esploratori Alice Veneroni – la cuoca deve avere il diploma di scuola alberghiera e almeno tre anni di esperienza. Il Comune controlla i requisiti di chi assume? Se non lo fa, chi ci garantisce che le educatrici abbiano l’esperienza richiesta? E sono in numero corretto rispetto ai bambini presenti?".
Da un punto di vista sindacale, poi, c’è anche un altro problema: "Alla cuoca hanno proposto un primo contratto a termine di una settimana – ha aggiunto Giancarla Molinari di Fp Cgil – poi un altro fino alla fine di dicembre".
L’alimentazione non sarebbe neppure l’unico problema: la precedente cooperativa, quando ha lasciato il Crapa pelata, ha portato via tutto il materiale lasciando la struttura vuota. "Noi genitori ci siamo adoperati portando al nido giochi, peluche e confezioni di cartone – hanno scritto i genitori in una mail inviata in Comune –. Abbiamo visto le educatrici portare dei giochi, ma la cooperativa appaltatrice non sta facendo del suo meglio per rifornire il nido di materiale in modo celere".
Mancanza di continuità didattica e confusione, questo lamentano i genitori anche per il pagamento delle rette. E di questo, oltre alle attività previste, a come si scandiscono le giornate e ai diversi problemi che si sono presentati nel primo mese di apertura, i genitori avrebbero voluto discutere con il personale, ma alla richiesta di una riunione hanno ricevuto una risposta vaga: "Si farà a metà ottobre". "Avevamo un’applicazione che sopperiva a un eventuale percezione di lontananza tra famiglia e educatrice – hanno aggiunto le mamme –. I genitori potevano chattare con l’educatrice senza avere il suo numero privato, ricevere foto e video. Adesso c’è una pedagogista che opera da remoto, da Roma. Così il servizio educativo di un nido si appiattisce, perde valore di essere rete per le famiglie".