Borgo Ticino, collaudato il piccolo Mose. Test superato, i residenti: "Dovevano avvisarci"

Il comitato: ci aspettavamo mettessero almeno dei cartelli. Il sistema entrerà in azione in caso di piena del Ticino

I vigili del fuoco durante le prove di funzionamento delle barriere realizzate per protegg

I vigili del fuoco durante le prove di funzionamento delle barriere realizzate per protegg

Pavia - Ultimato da oltre un anno, è stato collaudato ieri all’insaputa dei residenti il “piccolo Mose“ il sistema realizzato dal consorzio Est Sesia che, in caso di piena del Ticino, pesca l’acqua dal lato del Gravellone e la fa confluire in Borgo Ticino. "Avevamo immaginato che potessero intervenire - dice Elia Belli, vicepresidente del Comitato Ticino 2000 - perché il livello del Gravellone nei giorni scorsi era più alto. Ci aspettavamo però che mettessero dei cartelli, come accade quando staccano la corrente elettrica. D’altra parte, se ti deve arrivare l’acqua in casa, sarebbe opportuno saperlo. Invece la persona che vive in località Chiavica lo ha saputo soltanto da me ieri mattina".

Il residente non ha avuto l’acqua in casa perché il livello del Ticino è talmente basso che è stato necessario chiudere le paratie per effettuare le prove mantenendo nel canale un livello d’acqua sufficiente a salvaguardare i pesci. "Ma è stata sprecata dell’acqua - rimarca Belli - e con la siccità che stiamo vivendo dovremmo preservarla, non buttarla via". Ultimato nel 2021, il piccolo Mose in caso di piena del Ticino dovrebbe preservare alcune zone di San Martino Siccomario e Travacò. Le quattro idrovore, ognuna delle quale ha una portata di 2.500 litri al secondo dovrebbero entrare in funzione un po’ come avviene a Venezia.

Ma quanti vivono in Borgo basso temono che il sistema possa far confluire l’acqua nelle prime case del quartiere più caratteristico di Pavia. "Per evitare che a San Martino e Travacò, comuni che pagano una quota ad Est Sesia, si riempiano le cantine - ha aggiunto Belli - sono stati spesi 3,5 milioni di euro di soldi pubblici, quindi anche nostri. Nonostante questo, in caso di alluvione, noi borghigiani avremo qualche centimetro d’acqua e al momento non conosciamo neppure il protocollo di funzionamento dell’opera, non sappiamo chi metterà in funzione le idrovore, quando saranno azionate e chi ne sarà il responsabile. Sappiamo che l’Università ha predisposto uno studio sul sistema, ma siccome non siamo soci del Consorzio Est Sesia non lo possiamo vedere. Siamo tenuti all’oscuro di tutto, anche del collaudo".