
I Grest a Pavia propongono soluzioni diverse, c’è quello più improntato al divertimento, quello in cui le attività sono diversificate. I piccoli ospiti possono scegliere quale offerta formativa preferiscono
Le ultime richieste d’aiuto sono arrivate proprio ieri: due mamme hanno chiesto alla Caritas di poter mandare i loro figli ai Grest. Sono 120 i bambini figli di genitori separati che frequentano i centri estivi organizzati nelle parrocchie. "Sono quasi raddoppiati rispetto allo scorso anno - ha detto il direttore della Caritas, don Franco Tassone –, ma la cosa positiva è che offriamo loro un’attenzione particolare e un ascolto". Senza un fratello con il quale confrontarsi, costretti a "dividersi" da un genitore e l’altro, questi piccoli hanno bisogno di seguire un percorso ad hoc.
"Abbiamo calibrato la nostra offerta – ha aggiunto don Franco – sulle loro esigenze ascoltando quello che volevano perché il Grest non deve essere un “parcheggio” per consentire ai genitori di poter lavorare, deve far divertire i bambini. I nostri centri estivi propongono soluzioni diverse, c’è quello più improntato al divertimento, quello in cui si gioca, quello in cui le attività sono diversificate. I piccoli ospiti possono scegliere quale offerta formativa preferiscono". Il servizio viene offerto dalla fine dell’anno scolastico fino alla riapertura delle scuole, compreso il mese d’agosto perché le ferie ormai sono scaglionate e non tutti si possono permettere di andare in vacanza.
Secondo il rapporto Caritas sulla povertà, coloro che si sono rivolti ai centri caritativi sono saliti dal 31% al 45%. Quasi una persona su due, lo fa per la prima volta. "Grazie all’aiuto di molte persone e di “Nessuno si salva da solo” – ha proseguito don Franco – ci siamo concentrati sulla povertà educativa perché le fragilità sono tante e spesso non occorre essere disoccupati per essere poveri, anche chi lavora può non avere le risorse per pagare ai propri figli un corso sportivo, un approfondimento linguistico o magari anche il Grest. Non a caso nei nostri centri estivi le tariffe non aumentano da tre anni. Con 60 euro alla settimana offriamo il pranzo ai bambini e li portiamo anche in piscina".
Ma una cinquantina di genitori single hanno chiesto aiuto alla Caritas perché non riuscivano a pagare la retta e si sono trovati davanti a un bivio: o lasciare il lavoro per passare le vacanze con il proprio bambino e ritrovarsi ancora più poveri oppure accedere a "G-Restiamo insieme", la campagna di solidarietà lanciata per consentire a un’ottantina di bambini di frequentare i centri. "Proprio l’altro giorno – ha detto ancora don Franco – una mamma si è rivolta a noi perché è venuta a mancare la nonna del bambino e la rete familiare si è interrotta. Quella mamma non sapeva più come fare per poter andare avanti e continuare a lavorare. Per quello la campagna di solidarietà prosegue ancora".