MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, l'appello: "Pregate il beato Teresio Olivelli e se ricevete grazie ditecelo"

Il docente Emanuele Gallotti, devoto del partigiano cattolico: "Quando fui operato sentii forte il suo conforto"

Il 17 gennaio ricorrerà l’anniversario della morte di Teresio Olivelli

Pavia, 7 gennaio 2020 - «Chi ricevesse grazie per intercessione del Beato Teresio Olivelli è pregato di darne notizia alla curia vescovile, causa di canonizzazione di Teresio Olivelli, piazza Sant’Ambrogio, 14 – 27029 Vigevano".

A lanciare un appello perché si invochi l’intercessione del partigiano cattolico per ottenere da Dio grazie materiali e spirituali e, nel caso in cui arrivassero lo si faccia sapere, è Emanuele Gallotti, docente in pensione che da anni si batte perché venga riconosciuto il valore di Olivelli, molto vicino alla sua famiglia. "Fin da piccolo, circolava in casa mia “Il Ribelle“, giornale nato nel 1944 dall’incontro tra Olivelli, Carlo Bianchi e Claudio Sartori – aveva scritto Gallotti in una lettera aperta a Benedetto XVI –. Mio padre Francesco si recava in bici a Milano da Ottobiano, dove allora abitavamo, per procurarsi il giornale che distribuiva clandestinamente. Come, pure, mi capitava di sentire parlare della deportazione di Teresio nei lager". E proprio il 17 gennaio ricorrerà il settantacinquesimo anniversario della morte del beato Teresio Olivelli.

"Quello di Olivelli – ha aggiunto Gallotti – è stato sacrificio cristiano; è morto nel campo terminale di Hersbruck, in Germania per le conseguenze di un violento calcio al ventre sferratogli da un kapò polacco mentre cercava di proteggere da un pestaggio un compagno di baracca ucraino". Cattolico ed ex vice presidente nazionale dell’Associazione partigiani cristiani, Gallotti ha raccontato che "dal 2003, anno in cui fui operato di un importante adenocarcinoma prostatico, nutro per Olivelli un senso di profonda gratitudine perché, invocandone l’aiuto, mi ha sempre confortato e rasserenato". E lo stesso potrebbe accadere anche ad altri. Olivelli ha partecipato attivamente alla vita dell’Azione cattolica, della Fuci e della San Vincenzo, si è arruolato volontario nella guerra di Russia, è diventato giovanissimo rettore del collegio Ghislieri, ha aderito alla Resistenza, ed è stato beatificato a Vigevano il 3 febbraio 2018, in quanto riconosciuto martire "in odio alla fede". Ma il processo deve andare avanti per inserire Olivelli tra i santi.