Albuzzano, incendio distrugge salumificio: sospetti sulla titolare

Il fuoco ha completamente distrutto il capannone. Il sindaco: "Siamo tutti sconvolti"

Albuzzano, incendio al salumificio

Albuzzano, incendio al salumificio

Pavia, 1 novembre 2018 - Il fuoco ha completamente distrutto il capannone della Gallotti Salumi di Albuzzano. L’allarme è scattato poco dopo le 6 di ieri mattina, quando un dipendente ha letteralmente tratto in salvo, trascinandola fuori dai locali in fiamme, una delle titolari (l’amministratrice) dell’azienda, Maria Grazia Gallotti, 49 anni, poi trasportata al Policlinico San Matteo di Pavia non in pericolo di vita. Senza aver riportato ustioni, solo un principio di intossicazione da fumo, il ricovero in ospedale è stato necessario più che altro per curare delle profonde ferite da arma da taglio alle braccia. La donna, appena sarà in condizioni di essere interrogata dai carabinieri (per le indagini procedono i militari della Compagnia di Pavia), potrà confermare o smentire quelle che, al momento, possono essere solo delle ipotesi sull’accaduto, con gli accertamenti ancora in corso.

Le ferite sembrerebbero la conseguenza di atti di autolesionismo, che la stessa donna si sarebbe autonomamente inflitta con un coltello. Essendo stata trovata da sola all’interno dell’azienda in fiamme, l’ipotesi è che possa essere stata lei stessa ad appiccare l’incendio. Anche se manca ancora l’ufficialità, il rogo sembrerebbe infatti di origine dolosa: i vigili del fuoco avrebbero trovato più inneschi, in diversi punti. Il fuoco è così divampato molto rapidamente, distruggendo tutto prima che le fiamme potessero essere domate, nonostante l’intervento di ben nove squadre dei vigili del fuoco.

La densa colonna di fumo nero è stata avvistata anche a chilometri di distanza. «Abbiamo subito attivato la protezione civile - riferisce il sindaco di Albuzzano, Marco Tombola - per mettere in sicurezza le aree vicine. L’Arpa, che ringrazio per la tempestività dell’intervento, ci ha comunicato in tempo immediato che non c’erano sostanze pericolose, non c’era amianto: non è stato necessario adottare provvedimenti. L’unica accortezza che abbiamo preso è stata quella di non far aprire l’asilo nido privato che si trova nelle vicinanze. Ma alle 9.30 era comunque già tutto sotto controllo». Passata l’emergenza dell’incendio, resta il dramma dell’azienda distrutta.

«Siamo tutti sconvolti - commenta ancora il sindaco Tombola -, un fatto che ha colpito un’azienda storica, una colonna portante del nostro tessuto economico. La famiglia Gallotti è sempre stata molto riservata, ma altrettanto vicina al paese e alle amministrazioni comunali, non solo dando lavoro a circa venti famiglie, ma anche con sponsorizzazioni e beneficenza. Solo oggi, dopo l’incendio, mi dicono che fonti sindacali riferiscono difficoltà nelle retribuzioni, delle quali però non eravamo a conoscenza».