
Il presidente della Coldiretti Stefano Greppi esprime soddisfazione
Pavia, 13 marzo 2021 - "L'Unione Europea si appresta a bloccare le esportazioni di riso dei militari golpisti della Birmania (ex Myanmar)". Lo rende noto con soddisfazione la Coldiretti, che subito all'indomani del golpe nel Paese asiatico aveva chiesto all'Europa una presa di posizione. Una richiesta lanciata con forza dalla Coldiretti Pavia e dal suo presidente Stefano Greppi, risicoltore, a difesa di uno dei comparti più significativi per il territorio: Pavia è la prima provincia risicola d'Europa, con circa 80mila ettari coltivati a risaia. E una prima risposta è finalmente arrivata dall'ultimo Gruppo di lavoro relazioni estere del Consiglio, nel quale "gli Stati membri - riferisce la Coldiretti - hanno preso in esame una proposta di Regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 401/2013 concernente misure restrittive nei confronti del Myanmar/Birmania, tra cui il divieto di finanziamenti o assistenza finanziaria pertinenti ad attività militari, compresi in particolare sovvenzioni, prestiti e assicurazione dei crediti all'esportazione.
La proposta di regolamento sarà portata al Consiglio dei ministri degli esteri nella riunione del 22 marzo 2021". Dal golpe al riso, il collegamento sembra evidente. "L'Unione Europea - sottolinea la Coldiretti - intende bloccare e sanzionare le imprese che generano o forniscono un sostegno finanziario alle forze militari del Myanmar ed in particolare la Myanmar Economic Corporation (MEC) di proprietà statale gestita dal dipartimento della difesa che lavora con i comandanti regionali per esportare le eccedenze di riso trasferendo i profitti al regime militare. Da diversi anni - precisa la Coldiretti - la MEC domina il mercato di esportazione del riso mentre le esportazioni ufficiali di riso da parte di aziende private birmane sono state praticamente inesistenti".
Esportazioni che preoccupavano i risicoltori pavesi anche prima del golpe. "Le importazioni di riso in Italia dalla Birmania - spiega ancora la Coldiretti - hanno superato nel 2020 i 13 milioni di chili per effetto di un aumento del 68% grazie al sistema di preferenze generalizzato con l'Unione Europea di cui gode il Paese asiatico e che si concretizza nell'applicazione dell'accordo Eba (tutto tranne le armi) che consente di esportare in Europa tutto senza dazi, tranne appunto le armi. L'aumento delle importazioni dalla Birmania è destinato inevitabilmente a sostenere i golpisti in divisa al centro dell'accusa di violazione dei diritti umani ma anche di 'genocidio intenzionale' per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya alla quale sono stati sottratti i terreni coltivati. Alla luce del colpo di Stato e della repressione di regime è quindi necessario - conclude la Coldiretti - adottare misure restrittive come hanno fatto altri paesi per costringere il regime del Paese asiatico a sospendere la dura repressione in atto".