Varedo, autosalone Antonini: condanne per la truffa delle macchine pagate e mai consegnate

Una sessantina di clienti parti civili hanno ottenuto risarcimenti dei danni per complessivi oltre 700mila euro

La protesta dei truffati dall'autosalone

La protesta dei truffati dall'autosalone

Varedo (Monza), 17 Aprile 2023 - Tutti condannati, ma non per associazione per delinquere, per la maxi truffa sulle vetture pagate e mai consegnate dall'autosalone di Varedo.

Nel processo con il rito abbreviato la gup del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti ha inflitto 3 anni, 5 mesi e 20 giorni (in continuazione e in aggiunta con la precedente condanna di 3 anni per bancarotta fraudolenta) ai fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, ritenuti amministratori di fatto, mentre a 3 anni e 10 giorni è stato condannato l'amministratore di diritto Giancarlo Capoccia, assolto però dal concorso in bancarotta fraudolenta e infine 1 anno e 10 mesi con la pena sospesa sono andati alla moglie di uno degli Antonini accusata di riciclaggio di denaro di presunta provenienza illecita, a cui sono stati confiscati 50mila euro.

Per l'accusa di truffa 5 venditori di auto sono stati già rinviati a giudizio dalla giudice e saranno processati in dibattimento. Una sessantina i clienti parti civili che hanno ottenuto un risarcimento dei danni che complessivamente ammonta a oltre 700mila euro. I fratelli Antonini, eredi dello storico commerciante multimarche di auto di Varedo, erano già stati condannati in primo grado al Tribunale di Monza per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita a 4 anni di reclusione e al risarcimento dei danni al fallimento della società dell'autosalone, con una provvisionale di 150 mila euro. Pena scesa dopo i ricorsi a 3 anni di reclusione ciascuno.

Le indagini delle Fiamme gialle sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della "World car srl", che era nata sulle ceneri della storica società "Autosalone Antonini". Secondo l'accusa di truffa, le auto venivano messe in vendita a prezzi di mercato. Ma agli acquirenti veniva proposto di applicare adesivi pubblicitari sulle vetture in cambio di un parziale sconto. Una volta che il saldo arrivava sui conti correnti della concessionaria, però, i tempi per il ritiro iniziavano ad allungarsi a dismisura, fino allo scontato epilogo del fallimento.