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Vismara: "Bisogna dare le legnate" E a Seregno esplode la polemica

"La soluzione? Bisogna dare le legnate". Una dichiarazione di Davide Vismara, capogruppo della lista civica Ripartiamo, per commentare il violento episodio avvenuto sabato scorso in piazza Vittorio Veneto, accende il Consiglio comunale.

Nella serata di giovedì la minoranza unita (Forza Italia, Lega e lista civica Noi x Seregno) ha presentato un ordine del giorno di censura dell’atteggiamento del componente della maggioranza. La proposta, però, è stata respinta dal gruppo al governo della città, a esclusione di Pietro Amati, presidente del Consiglio comunale, che ha preferito sorvolare sull’accaduto sottolineando che "i panni sporchi si lavano in casa". Di certo all’interno del gruppo Ripartiamo ci sarà modo di trattare quanto è accaduto, considerato che lo stile dei suoi esponenti, finora, si è fatto notare soprattutto per la pacatezza. L’esito della discussione lascia l’amaro in bocca a Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega: "Trovo che si tratti di un episodio vergognoso e imbarazzante. Di certo Vismara non si è distinto per una bella affermazione. Indicare la soluzione delle legnate per risolvere il problema della violenza è proprio un paradosso. Il nostro ordine del giorno, tra l’altro, aveva una richiesta ben precisa: non sparare a zero sul consigliere comunale, bensì impegnare la Giunta a valutare di programmare, per quest’anno o per il prossimo, un evento in occasione del 30 aprile, ricorrenza della Giornata internazionale dell’educazione non violenta. E, insieme, chiedevamo di rafforzare le iniziative nell’ambito delle politiche educative giovanili e di supporto alla genitorialità". La maggioranza, però, ha fatto quadrato attorno a Vismara.

"Sono sconcertato - aggiunge Trezzi - Sono sicuro che a parti invertite, ovvero se avessi suggerito io di prendere i ragazzi a legnate, il centrosinistra avrebbe perfino chiesto le mie dimissioni. Devo ricordare a tutti che siamo pubblici ufficiali e che, se ci scandalizziamo per la rissa dei ragazzi, prima di tutto dobbiamo evitare noi di avere un linguaggio che incita alla violenza".

Gualfrido Galimberti