Torri Bianche, sciopero delle 39 vetrine a Vimercate

Martedì saracinesche abbassate per qualche minuto in segno di protesta contro la chiusura dei centri commerciali nei weekend

Il direttore della struttura Vincenzo Lombardi

Il direttore della struttura Vincenzo Lombardi

Vimercate - Fatturati dimezzati, affari a rischio, protesta alle Torri Bianche contro la chiusura dei centri commerciali nel weekend. Martedì, alle 11, il gesto simbolico, saracinesche abbassate per qualche minuto nelle 39 vetrine del quartiere affacciato sulla Tangenziale Est. Anche in zona gialla restano chiuse le attività presenti all’interno dei mega store, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, presìdi sanitari, lavanderie e tintorie, così come punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie.

Regole che hanno causato il drastico calo dei ricavi: qui, da 30 milioni l’anno a meno della metà e nel caso della ristorazione anche peggio. Il taglio corrisponde alla forte diminuzione di visitatori, "passati da 5 milioni a 2,5", dice il direttore Vincenzo Lombardi. Così la galleria dove c’è un cinema con 16 sale aderisce all’iniziativa organizzata dalla categoria in tutta Italia. «La sicurezza è garantita più all’interno che per strada – sottolinea il direttore – i nostri marchi sono impegnati nel rispetto delle regole anti-contagio da sempre. Si tratta di nomi così importanti da non poter essere messi in discussione. Chiediamo al Governo di revocare subito le restrizioni che da più di 6 mesi impongono ai negozi di non lavorare anche nei giorni festivi e pre-festivi". Una scelta che a Vimercate fra diretti e indotto coinvolge 2mila addetti, un numero che nel Paese sale a 780mila distribuiti in 1.300 strutture.

«Il settore vive in un clima di grande incertezza da più di un anno, aggravato dalle stringenti misure con cui l’Esecutivo impedisce a migliaia di attività di alzare la serranda nel fine settimana, ovvero nei giorni più importanti in termini di ricavi – spiega Lombardi – La manifestazione serve anche a ribadire la sicurezza di centri, parchi e gallerie che sin dall’inizio della pandemia hanno adottato protocolli rigorosi, assicurando che al proprio interno non si registrasse alcun caso di focolaio". Gli store si sono messi a disposizione anche come hub vaccinali, "adesso ci aspettiamo risposte tempestive per rimettere in moto un comparto tra i più danneggiati dalla crisi. Operiamo parzialmente e senza una chiara prospettiva di ripresa. Non possiamo più andare avanti così".