Barbara Calderola
Cronaca

Vimercate, shopping fino alle 22 per rilanciare le vetrine

L’iniziativa del giovedì è stata condivisa da Palazzo Trotti e Confcommercio ma per i negozianti dopo la lunga quarantena servirebbe molto di più

Le botteghe provano a rialzare la testa dopo la batosta Covid. A luglio, a Vimercate, il giovedì si potrà fare shopping fino alle 22. Una misura condivisa da Palazzo Trotti e Confcommercio dopo il questionario del Comune sul rilancio. Ma per chi è sulla piazza da una vita è un palliativo.

"In negozio entra poco o nessuno – dice Andrea Assi, titolare delle storiche vetrine d’abbigliamento affacciate su via Vittorio Emanuele –. Per correggere la rotta c’è bisogno di ottimismo, una merce rara di questi tempi". Non boccia gli acquisti serali "ogni iniziativa che miri ad aiutare la categoria è utile, ma qui non siamo a Milano". "La verità è che fra e-commerce e lavoro che traballa potrebbe avverarsi la profezia che a settembre, quando la finestra anti-licenziamenti del governo sarà esaurita, ci ritroveremo in una situazione drammatica. Chi come me vende generi voluttuari è il primo sponsor della stabilità in fabbrica e in ufficio. Senza un minimo di certezza, la classe media non spende".

Sul Molgora il cliente-tipo è sparito con il lockdown. "Fra i 40 e i 60 anni, tiene al proprio aspetto, ama il bello e prima della pandemia era disposto a concedersi qualche sfizio. Ora, chi ha qualche soldo si è trasferito al mare o in montagna e gli altri restano asserragliati in casa. Per paura, o per mancanza di risorse. A questo aggiungiamo le vendite online che rischiano di infliggerci il colpo fatale".

Eppure, in tanti sperano che qualcosa cambi. "Per aiutare la ripresa serve una città viva – spiega l’esercente – ma l’emergenza sanitaria ci impedisce anche di scoccare le frecce al nostro arco. Penso alla Fiera di Santo Stefano, il 3 agosto, per la prima volta in formato ridotto, onde evitare assembramenti. Una possibilità in meno per gli affari". Giunta e Associazione puntano su orari più ampi, sicuramente una chance, ma per i negozianti non basta.

Sognano intrattenimento e una regia capace di collegare eventi culturali come visite a monumenti e tesori di casa a ristoranti, bar e acquisti. "Basterebbe un coupon con uno sconto, ma qui non si è mai visto", ricorda Assi. Per cambiare passo c’è da risolvere l’annoso problema del vecchio ospedale. Il trasloco a Oreno di dottori e reparti ha contribuito a fare piangere i cassetti. Fino a 10 anni fa il centro pulsava, adesso è un mortorio, prova ne sia che si parcheggia sempre dappertutto. Prima, invece, bisognava farsi il segno della croce per trovare un buchino. E gli esercizi pagano il conto del recupero che non c’è.