ANTONIO CACCAMO
Cronaca

Vimercate, lettera alla ministra Azzolina: "La scuola non chiuda. Sarebbe un disastro"

La preside del Vanoni, Elena Centemero: il rischio, più alto di quello sanitario, è perdere tanti ragazzi

di Antonio Caccamo

"La scuola deve rimanere aperta: il rischio, più alto di quello sanitario, è perdere tanti ragazzi, soprattutto gli studenti diversamente abili e i più fragili o quelli che hanno alle spalle genitori con uno stato socio culturale basso", dice Elena Centemero, preside dell’istituto Vanoni di Vimercate. Sono le stesse parole che ha scritto in una lettera inviata alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. L’ex parlamentare di Forza Italia ammette che non ha condiviso alcune scelte fatte dalla ministra ("l’utilizzo di soldi pubblici per l’acquisto di banchi e l’avvio già da questo anno delle graduatorie provinciali per l’attribuzione delle supplenze") ma la battaglia per lasciare le scuole aperte può trovarle fianco a fianco.

"Il rischio è di perdere molti ragazzi e di abbandonarli al loro destino"". Il messaggio racchiuso nella lettera è chiaro: "La scuola aveva e ha bisogno di altro: meno studenti per classe, più personale, aumento di trasporti dedicati, infrastrutture digitali e soprattutto di docenti motivati che in questa situazione, continuino a venire a scuola, dando agli studenti un po’ di normalità. Su una cosa, però, le dó ragione: la scuola deve rimanere aperta, come avviene in Inghilterra, Francia, Germania e in altri paesi". Anche perché "la perdita di presenza sociale e cognitiva, che la didattica solo a distanza porta con sé, è un prezzo troppo alto da pagare per il futuro dei nostri studenti, futuri cittadini. La scuola non può pagare ancora l’incompetenza di chi non ha saputo pensare al problema dei trasporti o ha voluto riaprire tutto troppo in fretta".

La preside del Vanoni aveva fatto scelte molto forti a settembre per permettere ai suoi 1.100 studenti di tornare in classe in sicurezza: obbligo della mascherina in classe, lezioni in presenza solo per le 11 prime, tutti gli altri studenti in classe al 50% a settimane alterne. Aveva fatto spegnere le macchinette che dispensano merendine e chiuso le palestre: le ore di educazione fisica all’aperto e, in caso di pioggia, sotto le pensiline o teoria in classe. Le lezioni con le porte aperte e finestre spalancate in modo da cambiare l’aria.

Non è bastato visto che ora il Governo riparla di didattica a distanza per tutti gli studenti delle superiori. Centemero non è d’accordo e cita un professore del Politecnico di Milano che le ha riportato le parole del Rettore Ferruccio Resta: "si farà tutto ciò che ci diranno di fare, ma ha ricordato che il Politecnico non è stato chiuso neanche durante la guerra. E io aggiungo: neanche le scuole! Da dirigente scolastica e politica, quale sono stata, le chiedo di continuare la battaglia affinché le scuole rimangano aperte. E abbia cura affinché Stato e Regioni non emanino provvedimenti la domenica sera per il lunedì mattina, creando disorientato nelle famiglie e nelle scuole".