BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Chirurgia da fantascienza: occhiali 3D e super schermi per “entrare“ nel corpo

Vimercate: uno speciale esoscopio in dotazione al reparto di Otorino permette di accorciare il decorso post operatorio ed evitare complicazioni

Il macchinario nel reparto guidato da Franco Parmigiani

Vimercate (Monza e Brioanza), 5 dicembre 2023 –  Tumori di pochi millimetri ingranditi e trasmessi su uno schermo di 55 pollici. Tumori che per la prima volta si possono toccare con mano grazie a occhiali 3D. Sono le sale operatorie di oggi. Oltre la robotica - ferma alle due dimensioni - per un viaggio dentro al corpo umano senza precedenti. Merito dell’esoscopio acquistato dall’Asst Brianza per l’Otorino di Vimercate che riduce l’impatto degli interventi accorciando il decorso ed evitando complicazioni.

Vantaggi enormi per il paziente che a volte per aver salva la vita ne vede compromessa la qualità. Non solo. La nuova tecnologia permette a tutti gli specialisti al lavoro di vedere ogni passaggio in simultanea, così ogni operazione si trasforma in una sessione di addestramento per gli ultimi arrivati. Grazie a un’immagine moltiplicata nelle dimensioni e ad altissima definizione. Ci si ritrova davanti a dettagli così precisi che vengono colti anche dai profani.

Di macchinari come questo ce ne sono solo una decina in tutto il Paese, "utilizzati soprattutto in neurochirurgia", spiega la direzione. Una rivoluzione nella rivoluzione, dunque, la scelta di applicarla a una branca al lavoro su spazi ridottissimi e spesso difficili da raggiungere, "se non impossibili", sottolinea il primario Franco Parmigiani. Per lui, "artigiano agli inizi della carriera, 40 anni fa, quando in sala ci costruivamo da soli gli strumenti che ci servivano, piegando, limando quel che c’era", l’ultimo portento digitale è un sogno che si realizza: "Al centro c’è sempre il benessere del malato e questo mezzo ci aiuta moltissimo ad assicurarlo. È il cuore dell’investimento".

Le potenzialità dell’innovazione sono enormi: "Per formare i chirurghi – dice – in particolare i giovani, dobbiamo avere un sistema che permette, sia a chi opera sia a chi assiste, di vedere la stessa cosa, soprattutto in distretti sempre più ridotti. Così chi è alle prime armi comincia a capire come muovere le mani, grazie a piccoli passaggi dell’intervento con un monitoraggio continuo del tutor sempre al suo fianco".

"Vediamo con un’accuratezza e un controllo che ci permettono di affrontare anche lunghe sessioni operatorie in condizioni ottimali", aggiunge l’aiuto Stefano Paradisi. È lui che ha proposto che l’esoscopio entrasse nella dotazione dell’Azienda. Va così in pensione il vecchio microscopio che tanto ha fatto per la branca e non solo, ma che da qui, adesso, sembra un reperto da età della pietra.