
Alessandro Cagliani
Vimercate (Monza), 6 maggio 2016 - UNA CITTÀ diversa. Alternativa, in tutti i sensi, quella messa nero su bianco da Alessandro Cagliani, candidato sindaco di Noi per Vimercate, in corsa per la conquista della poltrona più importante di Palazzo Trotti. Trentotto anni, sposato, due figli, il manager della sanità ha le idee chiare.
Da dove comincerebbe se vincesse?
«Dalla «Città dei nonni» e dalla «Città dei Giovani». Ovvero dalle persone, lasciate sempre in secondo piano negli ultimi 15 anni. Vimercate è soffocata da lacci frutto di interessi trasversali ormai cristallizzati. Il Pd non governa, domina. L’avvicendamento è l’unica strada possibile perespirare. Gli over 65 sono il 25,5% della popolazione, 6.600 persone: una generazione protagonista. Crediamo che la riqualificazione del monoblocco dell’ospedale possa essere l’occasione per ricucire un rapporto spezzato tanto tempo fa. Lì dovrebbero avere sede servizi per anziani, sempre più soli. Non c’è ragione di far pagare ai cittadini 700 nuovi appartamenti al posto dei vecchi reparti».
E i ragazzi?
«Idem. L’altro pilastro del programma sono loro. Bisogna rimediare a politiche miopi, che hanno fatto scappare gli under 35 e lo si fa soprattutto permettendogli di restare a vivere dove sono nati, con un intervento efficace sulla casa. Pensiamo alla nascita di cooperative edilizie vere e non mascherate, che permettano di acquistare a 1.300 euro al metro. Il Comune farà da tramite fra costruttori e coop per l’acquisto di terreni a prezzi «umani»: le giovani coppie costruiranno e la società si scioglierà, come dovrebbe essere».
Belle idee, ma dove trova i soldi per far tutto?
«Innanzitutto privatizzando il Must. Il Museo del Territorio ci costa 500mila euro l’anno dal 2008. E poi procederemmo a una revisione completa del bilancio, che non scordiamolo, ammonta a 20 milioni».
Punta anche sullo sport.
«Assolutamente. Crediamo sia necessario costruire un nuovo Centro sportivo e vogliamo farlo nelle aree fra l’Omnicomprensivo e il cimitero. Il restyling di via degli Atleti, troppo piccolo e troppo sbilanciato sul settore natatorio, non permetterebbe di dar vita all’imprescindibile unificazione delle società sportive, nel rispetto della storia di ciascuna. Le grandi sigle sono quattro, con costi altissimi di gestione di campi e spazi, a carico loro. La scelta del<WC> luogo<WC1> degli impianti non è casuale. Finito di studiare, si va a tirar calci al pallone. Lo stile di vita è fondamentale e bisogna dare ai ragazzi l’opportunità di costruirsene uno sano da subito. L’unione fa la forza e Vimercate merita di avere una squadra di calcio a livello professionistico. Superata la frammentazione, l’obiettivo sarebbe dietro l’angolo».
Progetti concreti?
«Più che concreti, possibili. Non rispondono a interessi economici calati sopra le nostre teste, nascono dalle nostre teste».