Villaggio Crespi: un accordo da 120 milioni per la rinascita

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A luglio l’intesa milionaria per il rilancio, ora il sostegno di 19mila appassionati, tanti ma non abbastanza per accedere ai finanziamenti Fai-Intesa per il salvataggio: il Villaggio Operaio di Crespi d’Adda è nono nella top ten dei Luoghi del cuore (primo in Lombardia), ma ai fondi accedono solo i primi tre.

Il gioiello Unesco è da sempre prima scelta per le gite fuori porta dei brianzoli. È il sito di archeologia industriale più grande d’Europa, con le sue case operaie, quelle dei dirigenti e la ciminiera che scandiva il ritmo della nuova vita in fabbrica, dopo secoli nei campi. Il complesso di 60mila metri quadrati fondato da zero nel 1878 è considerato "il villaggio ideale del lavoro" e ora si prepara a riannodare il filo con le proprie origini. Presto ospiterà laboratori e atelier, tante piccole realtà d’eccellenza impegnate in ricerca e sviluppo, accanto a musei, attività culturali e ricettive. Il cammino per restituire il sito agli antichi splendori si è sbloccato l’estate scorsa con la firma di un accordo pubblico-privato che metterà a disposizione i primi 120 milioni necessari. Nel frattempo il Comitato Pro Crespi aveva chiesto sostegno agli amanti del patrimonio artistico per due progetti: il recupero della chiesa con dipinti minacciati dalle infiltrazioni d’acqua e quello della storica pineta a raggiera che negli anni ha perso tanti esemplari e che si vorrebbe riportare ai fasti di 150 anni fa. Barbara Calderola