Monza, vigili infiltrati nei social e tecnologie: "Così stiamo vicini ai cittadini e intercettiamo le baby gang"

Intervista al comandante Giovanni Dongiovanni, a due mesi dal suo insediamento al vertice della polizia locale: "Non amo l’approccio muscolare, preferisco la sobrietà”

Giovanni Dongiovanni guida i vigili di Monza da due mesi

Giovanni Dongiovanni guida i vigili di Monza da due mesi

Monza - Legge i giornali e i social. Ascolta la gente. Incontra i gruppi di vicinato. E la sua idea di polizia locale parte anche da lì, dai quattro numeri ricamati sulla bandiera con il gonfalone della città che campeggia nel suo ufficio: "C’è scritto che il Corpo di polizia municipale di Monza venne fondato nel 1868 e noi a quello dobbiamo pensare, siamo nati per regolare la città".

Recuperare quello spirito, fa capire subito Giovanni Dongiovanni, 43 anni, originario di Pavia e nuovo comandante della polizia locale di Monza. Niente poliziotti Rambo, "non amo l’esibizione muscolare, preferisco la sobrietà". "Vigili di comunità, agenti di quartiere" li chiama lui.

È salito in sella a un comando da 144 persone compresi gli amministrativi, 127 agenti operativi, nella terza città della Lombardia, dopo aver già pestato servizio a Segrate, Opera e aver comandato a Jesi, San Giuliano Milanese, Desio, Seregno. "Sono qui da due mesi, mi sono serviti per farmi un’idea precisa, ho molto ascoltato, mi sono fatto raccontare, ho incontrato cittadini e comitati, ho tentato di capire come i cittadini vedono la loro città, sto molto attento anche ai social".

Che idea si è fatta?

"Monza è una città con tante risorse, è bella e la bellezza è uno dei cardini della sicurezza urbana. E la sicurezza urbana è diventata il nostro core business a cui noi dobbiamo contribuire, perché dove manca, si annida l’humus in cui si sviluppa quella criminalità contro cui siamo chiamati ad agire".

Il degrado non manca.

"Alcol, abuso di stupefacenti, questua molesta, gioco d’azzardo patologico, abbandono di rifiuti. Tutti ci chiedono di contribuire a garantire la sicurezza e continueremo a contrastare i reati, sia in autonomia che in collaborazione con le altre forze di polizia".

Molto operativi.

"Siamo in servizio H 24, siamo uno dei pochissimi comandi di polizia locale in Lombardia e in Italia a fornire questo servizio e a garantire la reperibilità in caso di emergenza, sono responsabile della protezione civile".

Vincitore seriale di concorsi.

"A 21 anni ho fatto una scelta, ho accantonato l’università per un po’ e ho fatto il concorso per entrare nella polizia locale a Opera, affascinato dalla figura dell’agente di polizia locale, ho sempre avuto un’idea decentrata della vera sicurezza. Sono professionalmente nato e cresciuto nella polizia locale, la nostra peculiarità è stare vicino, anche quando riceviamo critiche non me la prendo, peggio sarebbe l’indifferenza. Ci deve essere voglia di contatto, per noi è un valore, non dobbiamo essere la copia di altre forze di polizia, ma rispettare il nostro patrimonio locale".

A Monza nel 2018 era stato creato il Nost, Nucleo Operativo Sicurezza Tattica.

"Continueranno a operare, servono, sono utili nei giardini pubblici, in stazione nelle piazze centrali".

Avete anche due cani antidroga, Narco e Boss.

"E continueranno a lavorare con noi. Ma mi piacerebbe anche condividerli con altre polizie locali che ce li chiedano".

Risse, schiamazzi, furti, rapine. In centro c’è un problema giovani e baby gang.

"Il Covid ha lasciato cicatrici, con l’intervento massivo di strumenti tecnologici la società è cambiata tanto e c’è un disagio giovanile da governare. Anche la polizia locale nei prossimi giorni farà partire ad esempio una campagna di educazione stradale che coinvolgerà 1.200 studenti".

Non solo repressione

"Incontriamo i ragazzi fuori dalle scuole sin da picco. Quando ero un ragazzino anch’io e facevo una marachella, magari con un petardo, il vigile mi conosceva e veniva a parlarmi".

Ha in curriculum una specializzazione in Digital Investigation and Economic Crime.

"Anche a Monza ci sarà un salto tecnologico e digitalizzazione: nei prossimi mesi tutte le attività operative ma anche burocratiche come pagare una multa, verranno digitalizzate. La digitalizzazione ci consentirà di avere sempre più dati e di avere una mappa del disagio".

A Seregno, sui social anticipavate i movimenti della baby gang.

"Ci stiamo già lavorando anche a Monza. Lo studio dei fenomeni parte dalla raccolta dati, da qui a 4 mesi, il tempo necessario alla formazione del personale e all’acquisizione di nuovi apparati tecnologici, saremo pronti".

Nel 2010 ha avuto dal Ministero il riconoscimento di “vittima del dovere“.

"A Opera, nel corso di un’indagine anti-droga fummo speronati più volte in un inseguimento".