Via al piano regolatore del Parco "Occasione persa per l’ambiente"

Il mondo ecologista giudica troppo blando il Ptcp. Ora tocca alla Regione

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"Un documento fuori tempo e senz’anima non adatto alla sfida climatica". Pollice verso di Wwf Le Foppe, Legambiente e Terra Viva al nuovo Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Adda Nord: "Un’occasione persa per la difesa del territorio", spiegano i gruppi. Gli ecologisti avevano chiesto previsioni di tutela più decise, ma le loro osservazioni sono state respinte. Si è chiusa così la maratona controdeduzioni in assemblea seguita dal voto, approvazione unanime dei comuni per il “piano regolatore“ del polmone verde che ora attende il via libera della Regione. Sarà il Pirellone a pronunciarsi sul nuovo strumento urbanistico dell’ente, che va a colmare un vuoto normativo di lungo corso.

Il primo e ultimo Piano territoriale di coordinamento risaliva al 2000, era ancora in vigore in regime di salvaguardia e non era mai stato aggiornato. Sono state 29 le osservazioni presentate alla nuova stesura: 23 private, tre di associazioni ambientaliste, altre tre di Comuni del bacino dell’ente. Tutte sono state esaminate dai tecnici e poi contro dedotte. Dopo l’esame in Comunità del Parco, l’ultima alzata di mano. Il passaggio a Palazzo Lombardia dovrà vagliare la corrispondenza del Ptc con gli indirizzi sovracomunali. Lo sprint all’iter per approvazione del Piano territoriale di coordinamento era stato il primo cimento del direttivo di Francesca Rota, a Villa Gina dal 2019. "Salvaguardia, tutela attiva e progettualità integrata sono i principi generali fondativi di questo piano – così, nella relazione introduttiva in assemblea, il vicepresidente del Pan Alessandro Chiodelli – che rappresenta un nuovo inizio e che permette di affrontare le sfide odierne senza venir meno alle necessità di tutela ambientale e paesaggistica". Un Ptc "moderno e flessibile": "Non vogliamo che il Parco sia visto come ente vessatorio, ma come supporto e sostegno alle istanze del territorio". Un macigno, le parole delle associazioni ambientaliste. "È sfumata la possibilità di dotare quest’area di uno strumento di pianificazione che ponga un vero freno alla distorta visione dell’uso del suolo e della biodiversità– sottolinea Fabio Cologni (nella foto), coordinatore del Wwf di casa –. Temi quasi assenti. C’è una logica di supremazia ecologica, pensiero che considera il solo utilizzo delle attività presenti nel Parco a fini economici e fruitivi". La condanna: "Il Ptc dei primi anni Novanta poneva vincoli e aveva una visione. Qui si è ignorata persino la recente riforma costituzionale che riconosce come prioritaria la tutela del paesaggio e della biodiversità".

Bar.Cal.