
Lassù, in alto, c’è un bel panorama. Non è una montagna, però. Né tantomeno la terrazza di un grattacielo. È la cima dell’ex ciminiera. Quella, abbandonata da tempo, nell’area ex Snia di Varedo. E che – non è la prima volta – è stata ancora teatro di una spericolata, pericolosissima, scalata. Con tanto di selfie a 110 metri di quota, con i piedi sopra l’ultima ringhiera, in precario equilibrio sul baratro. Autori della “bravata” due giovani. Difficile saperne l’età, perchè hanno agito coperti da sciarpe, cappelli e cappucci. Potrebbero avete intorno ai 20 anni.
Sono entrati in azione a gennaio e hanno voluto raccontarlo a tutti, con un video di 5 minuti caricato su Youtube. Immagini forti, da batticuore. "Ok, siamo saliti sulla ciminiera dell’ex area Snia Viscosa di Varedo, circa 20 minuti di arrampicata su scale a pioli arrugginite, per 110 metri, un pochino faticoso ma ne è valsa la pena - sono loro stessi a raccontare -. Fortunatamente nessuno ci ha visti e nonostante l’area abitata nei dintorni, siamo passati inosservati". Poi gli hashtag, le parole chiave: “urbanclimb” e “rooftopping”, cioè scalare edifici urbani e salire sui tetti. Mode mondiali, pericolosissime, in qualche caso anche killer. Il video inizia con i due giovani che prendono il treno a Milano e arrivano in stazione a Varedo. Qui, dopo aver evidentemente studiato la logistica del posto, l’ingresso abusivo, la lotta contro rovi e sterpaglie. Poi l’ascesa lungo le vecchie scale esterne alla ciminiera. I guanti, gli zaini. La go-pro pronta.
E poi, finalmente lassù, il panorama e quelle immagini e quegli scatti estremi. Per l’ex ciminiera di Varedo non è la prima volta: già nel 2017 due giovani poco più che ventenni compirono la stessa identica impresa, pubblicando il video su Youtube. Si riaccendono i riflettori sulla sicurezza dell’area. Dove tra l’altro poche settimane fa una donna è precipitata per quattro metri in un pozzo scoperto.
Alessandro Crisafulli