Ex Snia a Varedo, speranze di futuro dopo roghi e rifiuti

Via libera della Procura al parziale dissequestro: si potrà intervenire solo sulla parte non andata a fuoco. Ma il capannone sarà da demolire

Il rogo ha coinvolto un capannone di 20mila metri quadrati pieno di rifiuti

Il rogo ha coinvolto un capannone di 20mila metri quadrati pieno di rifiuti

Varedo (Monza Brianza) - La Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano ha disposto il dissequestro dei rifiuti solidi urbani non combusti ancora presenti all’interno dell’area ex-Snia. La notizia è arrivata qualche giorno fa all’amministrazione comunale attraverso la proprietà, a cui era stata notificata la disposizione il 26 ottobre, un mese circa dopo il rogo che ha interessato uno dei capannoni all’interno dell’area industriale dismessa. Un incendio doloso che aveva avuto strascichi per diversi giorni, con ritorni di fiamma dormiente. La proprietà avrebbe già informato l’azienda appaltatrice delle attività di rimozione per iniziare le operazioni, coordinandosi con gli enti preposti. Restano ancora sotto sequestro i rifiuti bruciati, o quello che ne resta. La proprietà si è fatta carico della caratterizzazione dei rifiuti combusti, così come le analisi del materiale di copertura del tetto dell’immobile: mancano però ancora i risultati, che serviranno a stabilire quali modalità dovranno essere adottate per la rimozione, in contraddittorio con Arpa Lombardia.

Già nel 2019 due diverse relazioni avevano accertato che i rifiuti stoccati in maniera illegale, scoperti nell’agosto 2018, non erano pericolosi. La prima era stata redatta da una ditta incaricata dalla proprietaria dell’area che aveva eseguito a sua volta le attività di campionamento e caratterizzazione dei rifiuti, con l’obiettivo all’epoca di perfezionare un idoneo piano di smaltimento. La seconda è quella stilata da Arpa. Il risultato di entrambe le relazioni era il medesimo: le analisi di laboratorio avevano dimostrato che i rifiuti risultavano idonei al conferimento in discarica o presso altri impianti autorizzati. Le analisi merceologiche condotte mostravano una quasi totale costituzione di tutti i campioni, di plastica e gomme, tessili e legno, carta e cartone. Ora, dopo la conclusione delle ulteriori analisi sui rifiuti bruciati, la proprietà, in accordo con Arpa e Ats, ne richiederà il successivo dissequestro. Anche il Comune aveva sollecitato "verifiche urgenti e indifferibili" sullo stato dei luoghi, sulla stabilità delle strutture coinvolte dall’incendio e sulla caratterizzazione dei rifiuti residui, in vista delle operazioni di rimozione. Secondo una prima analisi sul capannone, già instabile prima dell’incendio, la situazione sarebbe inevitabilmente peggiorata, tanto da far ipotizzare che una volta rimossi i rifiuti, l’edificio andrà demolito. Nel frattempo la proprietà ha intrapreso varie attività per trovare la soluzione più idonea a migliorare le difese dei luoghi, con l’installazione di telecamere. "Ci vorrà ancora del tempo – sottolinea il sindaco Filippo Vergani – prima che venga rimosso tutto ma qualcosa si sta muovendo. L’attenzione resta alta, con continui incontri con le Forze dell’ordine, la Prefettura e la proprietà. Ora speriamo che i primi rifiuti possano essere già rimossi per la sicurezza di tutti".