Valtolina diventa ufficiale L’onorificenza al papà dell’Avis Dalla nascita a tremila iscritti

Ha guidato la corsa per donare all’Aquila la Casa dello Studente dopo il terremoto . E a 76 anni è ancora in campo: molte le iniziative con le scuole per promuovere la solidarietà.

di Barbara Calderola

Sergio Valtolina diventa ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica, è l’uomo che ha plasmato l’Avis in città fino ad assicurare alla causa i quasi 3mila iscritti di oggi nel Vimercatese.

Dall’impegno nelle scuole alla corsa per donare all’Aquila la Casa dello Studente dopo il terremoto, a 76 anni il volontario di ferro, ex presidente, oggi vice dopo due mandati alla testa del gruppo di casa, è ancora in campo.

Sabato era a Bellaria all’assemblea nazionale con quello spirito di servizio che ne ha fatto una delle colonne del no-proft in città.

"Un impegno scritto nella mia storia, mio padre, Fortunato, fu tra i fondatori della sezione che nacque dopo un fatto tragico", racconta. La memoria torna al 28 ottobre 1944: quel giorno l’aviazione alleata mitragliò el gamba de legn, il tram che collegava Monza a Trezzo nel tratto fra Vimercate e Bellusco. Risultato: 48 morti e 72 feriti. Dall’ospedale partì un appello: serviva sangue per curarli e un gruppo di volontari dell’allora Linificio Canipificio Nazionale si fece subito avanti.

Fra loro, il papà di Valtolina. Due anni dopo quell’esperienza lui e un altri che avevano partecipato al salvataggio "decisero di dare vita Avis", c’erano Arrigo Miani, primario chirurgo, e Leone Elli, ispettore dell’ex Bassetti: "Cominciarono con 9 donatori". Un mito che il piccolo Sergio respira fin dal primo vagito. Alla base di tutto "c’è il messaggio di altruismo che è il primo valore degli avisini". Capace di valicare i confini della missione di fronte a grandi eventi epocali, come il sisma in Abruzzo, "dove abbiamo dato una mano ai vertici nazionali" e durante la pandemia "con la riorganizzazione dell’attività per non trovarci mai in emergenza".

Il rapporto stretto con l’Asst è un altro degli elementi che hanno fatto la differenza. E poi c’è l’enorme opera di sensibilizzazione "a partire dai ragazzi. Avis a scuola è stato un impegno costante per noi". Così di anno in anno l’esercito del bene si è ingrossato, arruolando persone di tutte le età.

Le difficoltà non mancano "come in tutte le organizzazioni complesse", ma vince sempre "la voglia di rendersi utili per dare una mano a tanti sconosciuti che ce l’hanno fatta grazie alla generosità". Come quella mattina del ‘44.