C.B.
Cronaca

Formula Uno, il recordman Valentino Segantin, a 81 anni mai un’assenza: "La marcia è di famiglia"

Dal 1980 ha partecipato a tutte le edizioni della manifestazione con fratelli e figli: "Ho iniziato con papà, ora continuo con i miei nipoti ma me la prendo con più calma"

Valentino Segantin con il padre Berto alla prima edizione della Formula Uno nel 1980

Valentino Segantin con il padre Berto alla prima edizione della Formula Uno nel 1980

Monza – Valentino Segantin ha 81 anni. Vive a Monza e non si è mai perso una edizione della Formula Uno. Anzi, una sì, quella che non hanno organizzato per colpa del Covid. Nelle altre ha sempre marcato presenza. Fin dalla prima, quando correva insieme al padre, a nove fratelli e ai figli piccoli. Oggi qualcuno di loro non c’è più, ma la tradizione della corsa-camminata è stata tramandata a 22 nipoti e a circa 20 pronipoti. Valentino si definisce "un habitué della Formula Uno". La considera "un evento affettivo e utile allo stesso tempo".

"Lavoravo in una ditta in cui c’era uno degli organizzatori della Formula Uno. Lui ha coinvolto noi dipendenti – racconta Valentino –. E io ho coinvolto la mia famiglia, formando un gruppo di circa quaranta persone". Partita con dieci fratelli, la famiglia Segantin è sempre stata guidata da Berto, padre di Valentino, che si è aggiudicato per anni la coppa come partecipante più anziano della Formula Uno. "Eccetto un anno – puntualizza Valentino –. Ci fu un’edizione, mi pare la quinta, in cui fu premiata un’altra persona da Sandra Mondaini. Mio padre non perse l’occasione per salire sul palco e parlare con Sandra. Dovemmo tirarlo giù". La famiglia è un gruppo un po’ sparpagliato, ma pur sempre unito per partecipare alla marcia a sostegno di Lilt. Con la scomparsa del padre di Valentino, da cui i fratelli e nipoti si ritrovavano dopo ogni gara per pranzo, il gruppo è rimasto sempre numeroso.

"Non partiamo più insieme, ma ci troviamo lungo il percorso o direttamente alle premiazioni", dice Segantin. Che quest’anno è un po’ dispiaciuto per le deviazioni del tragitto a causa dei lavori della pista. D’altronde "per chi non è mai stato all’autodromo, si tratta di un’esperienza emozionale. Trovarsi e godere a pieno, a passo lento, il circuito in cui hanno corso i grandi campioni della F1, offre sempre una grande emozione".

Resta "una bella iniziativa. Rispetto alla prima edizione il numero dei partecipanti è cresciuto, la camminata è molto sentita e si contribuisce a una buona causa. Un mio cognato ha avuto un tumore e so cosa voglia dire averci a che fare". Da quest’edizione Valentino si aspetta entusiasmo, magari una coppa e, perché no, anche "il brodo di pollo". Valentino disegna un sorriso di nostalgia: "Per tanti anni veniva veramente servito a fine corsa e ci ero affezionato". Lui comunque camminerà e parlerà con le persone. La Formula Uno è anche occasione per fare amicizia. Una volta correva, doppiando il percorso. Oggi lascia il testimone ai nipoti e ai pronipoti, che di passi devono macinarne ancora.