Per quanto funziona il vaccino Covid? Lo diranno i ricercatori brianzoli

Uno studio della Asst su 3.700 medici e infermieri tra Vimercate e Desio dopo le due punture Pfizer. E c’è pure la ricerca che indaga gli effetti di obesità, fumo e altre malattie

Vaccino Covid

Vaccino Covid

Vimercato, 25 febbraio 2021 -  Quanto funziona il vaccino e per quanto tempo mette al riparo dal Sars-Cov2? Lo stabilirà una ricerca dell’Asst Brianza su medici e infermieri dopo le due punture Pzifer. Indagine dei Laboratori e della Medicina del lavoro fra Vimercate e Desio su 3.700 dipendenti. Doppio obiettivo per lo studio che ha una base scientifica, "ma ha anche una funzione di sorveglianza epidemiologica", spiega la Direzione. Una lezione tratta dalla sberla del virus che qui è costato 420 morti, fra i quali Oscar Ros, l’igienista dello staff dirigenziale stroncato dalla polmonite quasi un anno fa.

Uno choc per i colleghi che tante volte si sono presi cura l’un l’altro in questo terribile anno per fortuna con esito diverso. "I risultati dello screening post vaccinale sul personale permetteranno di fissare la percentuale di lavoratori immuni e potenzialmente protetti, sebbene il test sierologico debba essere valutato ancora con cautela per la definizione del livello di protezione nei singoli – spiega Valerio Leoni, primario del Laboratorio di Desio – Questi dati quindi, uniti a quelli derivati dai programmi di osservazione già attivi per gli operatori, contribuiranno in modo determinante a chiarire se il grado di immunità acquisita sia efficace".

Anche per azzerare rischi in corsia, dove i ricoveri sono stabili e scoppiano focolai. Ieri i degenti erano 142 fra Vimercate (78), Desio (55) e Carate (12), sempre agli stessi livelli da cui non scendono da settimane, mentre resta in quarantena l’Ortopedia di Desio, dove 12 pazienti sono risultati positivi dopo l’accettazione e trasferiti in letti Covid.

L’Azienda è protagonista di altri importanti approfondimenti sull’infezione. A dicembre si è chiuso il primo step di una ricerca che deve valutare i danni polmonari dopo la guarigione, in collaborazione con la Bicocca e altri cinque ospedali lombardi. I risultati mostrano residui della polmonite, ma anche una certa capacità di recupero, pure nelle situazioni più gravi.

È aperta anche l’indagine sull’incidenza degli stili di vita – fumo e alcol – e il ruolo che hanno nel decorso della malattia. Un’operazione che coinvolge 30 strutture sparse a Nord e Sud del Paese per cui sono state arruolate 3mila persone entrate in contatto con il virus per fare luce sui fattori di rischio e sul loro peso: non solo il vizio del fumo, ma anche l’uso di sigarette elettroniche, di tabacco riscaldato, il sovrappeso e altre malattie. Adesso si aggiunge lo studio sull’immunità, capitolo successivo al contagio e alla ripresa.