
Alessandro Della Giusta e i suoi video da un milione e mezzo di follower. L’ultimo reportage sul trader di Varedo detenuto in condizioni disumane.
In quello che era chiamano “Trump Palace”, prima che l‘attuale presidente degli Stati Uniti decidesse di venderlo, sembra di stare in un residence di lusso. Ambienti puliti, personale attento, e niente sanguisughe e scarafaggi, anche se Stefano ancora se li vede davanti in ogni ombra. Ma quegli “ospiti” indesiderati, assieme a detenuti della peggior specie, assassini e rapinatori, stanno da un’altra parte, al carcere di massima sicurezza “La Joya”, dove Stefano Conti, trader brianzolo di 40 anni, è rimasto detenuto per 423 giorni e teme di tornare (rischia fino a 30 anni) dopo il processo che lo vede accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Intanto ai domiciliari “dorati) tefano Conti (che di soldi ne ha parecchi, senza forse sarebbe già morto) può ricevere visite.
E raccontare la sua verità, di essere vittima di un complotto, ci ha provato un ragazzo. Si tratta di uno youtuber di successo, che ha fatto un reportage che sta mettendo on line in questi giorni (prima puntata all’indirizzo www.youtube.com/watch?v=Dl76ee2riy8). Si chiama Alessandro Della Giusta, ha solo 25 anni, ma già da cinque produce reportage veri e propri. "Ho cominciato per caso, vivevo a Cormons, in provincia di Gorizia e giocavo a basket, avrei voluto farne la mia vita, fino a quando non mi sono reso conto che non sarei riuscito". E si è reinventato. "Ero introverso ma sono anche stato sempre molto curioso. Mi piace scavare nei fatti. Mentre mi trovavo negli Stati Uniti a 20 anni ho cominciato a girare i miei primi video e ho visto che in Rete funzionavano". Oggi ha un milione e mezzo di iscritti attivi sulla sua piattaforma e ha trasformato la sua passione in un mestiere. Si è trasferito a Milano, dove ha messo in piedi un’agenzia con oltre una quindicina di collaboratori che lo aiutano a produrre servizi che hanno poco da invidiare a quelli di trasmissioni più blasonate. Ha raccontato dello scandalo di una setta americana oppure è stato in quartieri difficili come lo Zen a Palermo.
E ora Panama. "Mi ha colpito molto questa vicenda e come sembrasse non interessare a nessuno, un ragazzo che si ritrovava in uno dei carceri più duri del Mondo con accuse per fatti che negava di aver mai commesso. E ho deciso di andare a vedere con i miei occhi". Ne è nato appunto un lungo reportage: "Sono stato lì una settimana lo scorso giugno, ho parlato con Stefano, ma sono anche andato nei bordelli, ho rintracciato le ragazze che secondo l’accusa avrebbe fatto venire a Panama a prostituirsi dalla Colombia. Ho letto le carte processuali. Ho provato a raccontare quel mondo. Anche perché non comprendevo perché in Italia se ne parlasse così poco. Voglio vedere se qualcosa si muoverà: non so se sia colpevole o innocente, ma certo sta patendo qualcosa di incredibile". A febbraio inizia il processo. "E non escludo di andarci". Non è la prima volta in cui Ale Della Giusta ha a che fare con la Brianza. "Andai all’ex manicomio di Mombello a Limbiate, dove spesso si rifugiano senzatetto e disperati. E guardando un mio video, era stata riconosciuta una ragazza dminicana che viveva proprio lì. Una storia difficile la sua, di droga e abusi, di figli strappati dalle sue braccia. La sua famiglia la stava cercando e sono intervenuti i carabinieri, ai quali ho dato io stesso una mano per rintracciare quella ragazza".