
Assolombarda, Università Bicocca e Ufficio scolastico territoriale cercano le soluzioni. In due anni 400 studenti in meno alle superiori in Brianza, complice il crollo delle nascite.
Giovani, risorsa scarsa e difficile da formare. Così li ha definiti il professor Gianluca Argentin, docente di sociologia dell’Università Bicocca al convegno dedicato all’abbandono scolastico “Non disperdere i tuoi talenti“, a cura di Assolombarda Monza e Brianza con Confindustria Trento. Il professore ha sottolineato come l’abbandono scolastico tra i giovani dai 18 ai 24 anni (tra pluri ripetenti della scuola superiore e chi lascia l’università) sia di circa l’11 per cento.
In più i giovani sono pochi e poco valorizzati, sono dunque una risorsa scarsa, preziosa anche per il welfare. Il calo della natalità si fa sentire. Infatti, come spiega Roberto Manna, portavoce dell’Ufficio scolastico territoriale, da un paio d’anni gli studenti delle scuole superiori sono calati di 400 unità: significa 20 classi in meno fra tutti gli istituti della provincia. Quanto all’abbandono scolastico, se solo la scuola popolare dell’impresa sociale monzese “Il Carro“ segue 120 ragazzi all’anno nelle due fasce 13-15 anni e 16-18 a rischio dispersione e se, come spiegano i presidi, in ogni istituto ogni giorno c’è almeno una persona con difficoltà a venire a scuola, ad affrontare una verifica o un’interrogazione, ecco che la situazione del territorio si discosta poco dal dato nazionale. C’è poi un 35% dei diplomati lombardi con risultati Invalsi mediocri in italiano e matematica che ne pregiudicano anche l’uso quotidiano e hanno difficoltà sia nel proseguire gli studi che ad affrontare il mondo del lavoro. È quella che gli addetti ai lavori chiamano dispersione implicita. A Monza e Brianza viene superata dall’apprendimento duale, percorsi di apprendimento studio/lavoro con contratto. Solo l’1% dei ragazzi, come spiega il funzionario di Ust Monza e Brianza, dopo la scuola pensa a un Its (Istituto tecnico superiore) biennale, alternativo all’università, teorico pratico tra banchi di scuola e azienda: "Non li conoscono, oppure non li scelgono" spiega Manna. Il Ministero ha varato la filiera tecnico-professionale con 4 anni di scuola, più 2 di Its nello stesso settore. L’alternanza scuola lavoro è stata trasformata in Pcto, percorsi per le competenze trasversali, per sviluppare competenze insospettate. Per i bocciati il ministero ha creato la figura del tutor che aiuta il riorientamento, senza perdere tempo. "Queste sono le soluzioni? – si chiede Manna – sono risposte. Con il tempo vedremo se risolvono il problema".