Uno sportello per chi scappa

Sono 164 i profughi ucraini accolti in città. Tre famiglie nella casa confiscata alla mafia

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di Alessandro Crisafulli

Già dai primi giorni di marzo il Comune si è attivato per mettere in rete tutti i servizi e le informazioni utili ad accogliere i profughi ucraini sul territorio, arrivati a quota 164. È stato aperto uno sportello dove i profughi e i cittadini che si rendono disponibili ad accogliere, trovano informazioni utili e supporto per tutte le procedure necessarie.

"Come sindaco capofila della cabina di regia con la Prefettura – spiega Simone Gargiulo (nella foto) – sto cercando di far in modo che ai profughi ucraini sia dato tutto quanto necessario. In genere si sono appoggiati in autonomia da parenti o conoscenti. Nella casa in via Adamello, bene confiscato alla criminalità organizzata, abbiamo invece attivato un progetto di accoglienza per tre famiglie ucraine: 3 mamme, 6 minori e un cagnolino. Fin dall’arrivo dei primi cittadini ucraini nella nostra città ci siamo mossi per reperire alloggi e tutto quello che può essere utile per l’accoglienza. Ad oggi è prevalente un’ospitalità di tipo solidale, la comunità di Desio dimostra ancora una volta di avere un grande cuore". Sono 164 i profughi transitati finora dallo Sportello emergenza Ucraina aperto dal Comune e accolti a Desio da parenti, amici, conoscenti, associazioni di volontariato e realtà del terzo settore, oppure tramite il sistema CAS della Prefettura. Si tratta di 106 femmine e 57 maschi. Sono 79 i minori, dei quali al momento 9 risultano già iscritti alle scuole di Desio. Sono circa 80 le richieste di informazioni e orientamento di carattere generale soddisfatte dallo sportello e dal servizio di segretariato sociale del Comune. Le richieste hanno fino ad oggi riguardato in particolare le procedure di registrazione di presenza sul territorio e di ospitalità e la disponibilità di servizi a vario titolo (alloggi, traduzioni, corsi di lingua italiana, mezzi di trasporto). "Come assessorato alle politiche sociali – aggiunge Sclapari – devo ringraziare la rete che si è creata fra servizi comunali, associazioni di volontariato e dei servizi. Ma anche Ats per l’organizzazione dei servizi sanitari di primo livello, oltre che all’attenzione messa in atto dal servizio veterinario per gli animali di affezione che spesso arrivano al seguito dei profughi".