Una panchina rossa e una targa per ricordare Lea Garofalo, vittima della ’ndrangheta

Uccisa dopo la sua ribellione fu portata a S. Fruttuoso per essere bruciata ed eliminata

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Monza non dimentica. Tredici anni fa, il 24 novembre 2009, Lea Garofalo, 39 anni, era stata uccisa perché aveva osato ribellarsi alla famiglia e alla ’ndrangheta per proteggere la figlia. Il suo corpo era stato portato a Monza, al quartiere San Fruttuoso, per bruciarlo. L’altro giorno in quel luogo è stata posta una targa alla sua memoria acquistata grazie al banco vendita di libri promosso dal Gruppo di lettura di San Fruttuoso e posta accanto alla scultura realizzata dall’artista recentemente scomparso, Ernesto Galimberti. Al Parco della Boscherona, è stata posizionata una panchina rossa e si è svolta una performance teatrale con laboratori per bambini. A organizzare Spi in collaborazione con Libera, associazione culturale Teatrando, Cadom, Sul filo dell’arte e Nam asd. Al Circolo contadini operai di via Col di Lana, è stato organizzato un incontro col magistrato Luigi De Magistris e con Mario Bruno Belsito e Marco Fraceti ,direttore dell’Osservatorio antimafie Monza e Brianza.