
Il presidente architetto Gianluca Brandis
“Cederna - Cantalupo“ è la mostra allestita al Centro civico di Cederna (via Cederna 19), aperta fino a domenica 1 giugno, a cura di Italia nostra, sezione Monza, per raccontare lo sviluppo del quartiere. Come racconta il presidente e architetto Gianluca Brandis, la mostra nasce in continuità con la precedente, relativa all’area attorno al Cotonificio Cederna. Allora il quartiere era di stampo ottocentesco con le caratteristiche costruzioni in mattoni rossi. Nel secondo dopoguerra il panorama cambia radicalmente. La crescita edilizia è tumultuosa; servono nuove case. Ma anche servizi e nuove città.
E qui comincia la nuova mostra dedicata al rione Cantalupo (del quartiere Cederna): era la zona dei gelsi, poi dei pioppi e alberi da frutta e verso est si intravedono le ultime tracce di paesaggio rurale: brandelli di campagna sopravvissuti. Le fabbriche del nord attraggono migliaia di persone dal Sud. Sorgono nuovi palazzi edificati dallo Stato, che con i piani Ina e Nasca e poi Gescal cambia il panorama di Monza. L’esposizione passa attraverso il primo Piano regolatore Piccinato, dallo studio nel 1961 all’approvazione nel 1971. Il primo nucleo del quartiere, costruito dall’Ina, risale al 1959. Nel 1964 nasce il progetto Iacp, le case di via Pellegrini, ad opera dell’architetto Mario Villa. Tra il 1965 e il 1970 vengono realizzate le scuole del quartiere. Luigi Ricci, architetto e pittore milanese, ha lavorato in Comune, all’Ufficio lavori pubblici dagli anni ‘50 agli anni ‘80, progettando oltre 30 scuole, case popolari, chiese, edifici pubblici. È sua anche la scuola De Amicis, in piazza Matteotti. Ecco perché tutte le scuole di Monza hanno volumi squadrati, coperture piane e facciate in Klinker, con fasce marcapiano in cemento.
"Il nostro obiettivo - sottolinea Brandis - è lavorare per dare servizi sempre migliori al quartiere. Per esempio il centro sociale, ex biblioteca di via Zuccoli è chiusa da anni e vogliamo che venga riaperta, a scopo sociale". Il vicesindaco Egidio Longoni ha ricordato la co-progettazione in corso proprio per il Centro per la comunità, grazie a un finanziamento di 700 mila euro. L’ex biblioteca sarà ancora luogo di incontro per la comunità, con iniziative di animazione sociale e inclusione socio-lavorativa. Entro l’autunno la chiusura della convenzione, struttura operativa entro il 2026.
Cristina Bertolini