
di Antonio Caccamo
Una Concorezzo misteriosa e sconosciuta, nascosta sotto i piedi dei suoi abitanti, sta venendo alla luce. La vecchia filanda Frette, un gioiello dii archeologia industriale, è percorsa da sotterranei in uno dei quali è stato trovato un rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale. Ad annunciarlo è il sindaco, Mauro Capitanio: "Grazie ad Antonio e Giacomo Mandelli (padre e figlio, e fotografi locali, ndr) per aver immortalato il rifugio anti-bombardamenti costruito sotto l’area Frette e ancora perfettamente conservato. Con tanto di panchine dove i nostri anziani attendevano speranzosi la possibilità di tornare alla luce. Fa quasi venire i brividi". Al primo cittadino non solo sfuggite le similitudini di quel periodo con l’anno terribile dell’emergenza a noi contemporaneo. Tra il 1939 e il 1945 del secolo breve c’erano le bombe, gli attacchi dal cielo e le armi a fare paura, oggi il terrore è un nemico invisibile.
Allora si cercava scampo nei rifugi, mentre al virus abbiamo cercato di sfuggire chiudendoci nelle nostre case. Soprattutto gli anziani sono rimasti rinchiusi per un anno nelle case di riposo senza neanche poter vedere figli e nipoti. E a Concorezzo solo da pochi giorni sono riprese le visite in presenza di parenti e amici, in sicurezza, agli ospiti della residenza sanitaria Villa Teruzzi. Non si sa con precisione quando il riparo sotterraneo è stato costruito. Forse negli ultimi lampi della guerra con i nazisti ormai in fuga sotto i colpi degli Alleati. I rifugi antiaerei furono creati, con differenti tecniche e metodologie costruttive, per proteggere i civili dagli effetti dei bombardamenti. Un aspetto rimasto inalterato nel tempo è la loro presenza nel sottosuolo. La foto mostra un cunicolo sotterraneo a volta senza uscita fatto di mattoni. A terra, poggiate alle pareti, si vedono delle semplici panche di legno su ognuna delle quali, a giudicare dalla lunghezza, ci potevano stare 15 persone. Pare di riconoscere anche dei sedili singoli.
Nella camera del rifugio, da cui forse si accedeva dalla fabbrica attraverso una porta, è presente un sistema di aerazione. Ogni volta che suonavano le sirene la gente, forse gli stessi lavoratori della stessa Frette, scendeva sotto in attesa che l’allarme cessasse. Il rifugio è stato trovato sotto la parte storica dell’ex filanda che ha tessuto la biancheria di re e papi.
La vecchia filanda non c’è più da tempo. Al suo posto è spuntato un moderno quartiere residenziale fatto di palazzi e negozi. Sono rimasti in piedi i fabbricati a stecca, costruiti alla fine del 1800 dall’imprenditore francese Edmond Frette, che il progetto di recupero, un’operazione da 10 milioni di euro, ha destinato ad uso pubblico. Nei prossimi mesi si deciderà come riutilizzarli.