
Entrava in azione mostrando alle sue vittime un cartello con su scritto “Rapina“. Per essere ancora più convincente a volte si procurava dei tagli alle braccia dicendo di avere l’Aids. Così, in tre giorni - dal 7 al 9 ottobre - ha messo a segno 8 colpi: una gioielleria, quattro farmacie, due hotel e un distributore di benzina tra le province di Monza, Milano, Como e Reggio Emilia, raccogliendo un bottino di circa 6mila euro in contanti. Con una mascherina FFP2 sul volto pensava di non essere riconosciuto, ma l’auto intestata alla madre con cui fuggiva dopo le rapine e i vistosi tatuaggi e le unghie delle mani dipinte di rosso lo hanno tradito. In carcere è finito un seregnese di 41 anni. Il primo colpo, il 7 ottobre, all’area di servizio Q8 sulla Provinciale 45 a Paderno Dugnano. Nella stessa giornata ha assaltato tre farmacie a Desio, Cesano e Lissone. Ed è stato proprio grazie ai filmati dei sistemi di videosorveglianza delle farmacie che i carabinieri sono riusciti a raccogliere elementi utili per mettersi sulle tracce del bandito. L’8 ottobre il seregnese è entrato in un hotel a Milano e con un coltello ha costretto il portiere a consegnargli 190 euro.
Il giorno seguente, sempre a Milano, altro colpo in un hotel: l’addetto alla reception è stato costretto a dargli 40 euro. Poi, dopo aver rapinato una gioielleria a Como, il bandito ha cambiato addirittura regione. A Reggio Emilia ha fatto irruzione in una farmacia fuggendo poi via con l’incasso della giornata.
Ma ormai i carabinieri delle Compagnie di Desio e Seregno - coordinate dalla Procura di Monza - erano già sulle sue tracce grazie anche alle denunce delle vittime e alla descrizione dei particolari che hanno permesso di effettuare un primo identikit del rapinatore fino alla sua identificazione. Ad aiutare i carabinieri sono state soprattutto i video delle telecamere delle farmacie. In diversi fotogrammi è stato possibile vedere nitidamente il volto del seregnese. Che risultava lo stesso in tutte le 8 rapine che la Procura di Monza adesso gli contesta. Ricostruendo nei dettagli ogni singolo episodio ed esaminando ogni filmato, gli investigatori hanno hanno appurato che il rapinatore si muoveva con l’auto della madre, una Suzuki Ignis.
E ancora, nei filmati erano evidenti i vistosi tatuaggi e le unghie delle mani colorate con uno smalto rosso. L’attività investigativa si è basata anche sui racconti di alcuni testimoni che hanno assistito alla fuga del rapinatore dopo alcuni colpi e sui rilievi effettuati sul campo dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Monza.
Sonia Ronconi