"Scendi", ammazzato a coltellate. Il sospetto: un regolamento di conti

Monza, una telefonata ha attirato fuori casa un quarantaduenne dal passato burrascoso. Fatale un fendente alla gola

Le case popolari teatro dell'omicidio e, nel riquadro, la vittima

Le case popolari teatro dell'omicidio e, nel riquadro, la vittima

Monza, 30 novembre 2020 - Ucciso sotto casa, a 42 anni, con una coltellata alla gola nel quartiere San Rocco di Monza. Cristian Sebastiano è stato attirato in trappola ieri all’ora di pranzo sotto i portici delle case popolari di via Fiume 14. La vittima, che aveva precedenti per droga, abitava a due passi da dove ha chiuso la sua esistenza, al civico 11, dall’altra parte della strada. Forse una rapina, come sostengono i genitori con cui viveva. Forse un regolamento di conti maturato nel giro della piccola malavita.

Prima di morire è sceso per incontrare qualcuno, due persone secondo alcuni testimoni, e si è ritrovato davanti ad un killer. Lo ha colpito al volto con due coltellate. Una mortale alla gola. Lo hanno trovato a terra in una pozza di sangue alcuni passanti, agonizzante, la gola tagliata. Quando sono arrivati i soccorsi era già spirato, non hanno potuto fare altro che accertare che il suo cuore aveva smesso di battere. I carabinieri della Compagnia di Monza starebbero già seguendo una pista per individuare l’assassino. Le forze dell’ordine hanno sentito le testimonianze di residenti e passanti. Cruciali anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Durante tutta la giornata i carabinieri hanno sentito in caserma testimoni e vicini di casa. Sul posto anche gli uomini del Nucleo rilievi dell’Arma che ha eseguito tutti i rilievi scientifici alla ricerca di impronte, tracce biologiche lasciate dall’assassino e per identificare il tipo di coltello usato per ammazzare Sebastiano.

Qualcuno ieri parlava di alcune persone viste salire di corsa e poi scomparire su un furgone bianco. L’automezzo bianco compare anche nel racconto fatto dalla mamma della vittima. La signora Patrizia parlando con i giornalisti ha detto di avere visto un uomo scendere dal furgone dirigersi verso il luogo dove il figlio è stato trovato morto: "Sono pronta a riconoscerlo". Il padre non ha dubbi: "lo hanno chiamato, lo hanno attirato per prendergli il portafoglio e tutto il resto", ha detto davanti alle telecamere. "Non nascondo il suo passato, ha avuto problemi di tossicodipendenza da quando era ragazzo ma ne era uscito, non aveva debiti con nessuno – ha aggiunto la madre –. Anzi, aveva ritirato la pensione e gli erano avanzati dei soldi". E il papà conferma: "Stava vivendo un periodo tranquillo, stava bene". Ma per chi lo ha ucciso non era così. Resta da capire se è stato un delitto premeditato, un regolamento di conti maturato nell’ambito della piccola malavita locale, oppure una rapina finita male. Cristian Sebastiano non ha potuto difendersi. Chi lo ha ucciso lo ha preso a coltellate e lui è stato colto di sorpresa. La coltellata alla gola non gli ha dato scampo.