Monza, ucciso a coltellate: "Era nel giro ma non aveva debiti con nessuno"

Il dolore della mamma e del papà di Cristian Sebastiano: "Era tranquillissimo, è sceso a fare una ricarica e ce l’hanno ammazzato"

Indagini e rilievi sul luogo dell'accoltellamento mortale

Indagini e rilievi sul luogo dell'accoltellamento mortale

Monza, 30 novembre 2020 - "Ho visto un uomo che è sceso da un furgone ed è venuto qua", ha raccontato ai giornalisti la signora Patrizia, la mamma di Cristian Sebastiano, ucciso a coltellate davanti a casa: "Non l’avevo mai visto, ma saprei riconoscerlo di certo". Un delitto in pieno giorno, sotto il portico delle case popolari di San Rocco, in via Fiume, all’altezza del numero 14, probabilmente per un regolamento di conti maturato nel mondo dello spaccio.

Vittima Cristian Sebastiano, 42 anni, un passato di tossicodipendenza alle spalle e di precedenti legati alla droga. Un passato difficile, i guai con la giustizia. Sebastiano non ha nemmeno avuto il tempo di reagire all’aggressione. Sorpreso dal killer che gli si è parato davanti, il 42enne secondo le prime ricostruzioni è stato colpito ripetutamente alla schiena, al ventre, al volto e al collo, con una lama molto affilata. Due le coltellate letali che gli avrebbero reciso la giugulare. L’assassino poi, sarebbe svanito nel nulla. L’omicidio è avvenuto all’ora di pranzo, attorno alle 12.30: "Avevamo appena finito di mangiare, lo hanno chiamato ed è sceso, lo hanno attirato per prendergli il portafogli e tutto", ha detto, sicuro, ieri il padre Michele davanti alle telecamere. Ma Sebastiano frequentava brutte compagnie, e su quelle stanno indagando i carabinieri. «Lui era nel giro - non ha negato la madre - Ma non aveva debiti con nessuno. Anzi, aveva preso la pensione e gli erano avanzati dei soldi. “Mamma - mi ha detto - non devo dare soldi a nessuno, solo devo portarli all’Alessandra all’edicola che mi ha fatto la ricarica“. Era tranquillissimo". E il padre ha confermato: "Era un periodo che stava davvero bene. È sceso e non l’ho più visto, mi ha chiamato una vicina e sono corso giù".

Il corpo di Cristian era a terra, in un lago di sangue. Lo hanno trovato sotto il portico alcuni passanti: agonizzante, la gola tagliata. E hanno dato subit l’allarme. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118 con un’automedica e un’ambulanza della Croce Bianca di Biassono ma non hanno potuto fare altro che accertare la sua morte. I carabinieri della Compagnia di Monza hanno recintato la scena e raccolto durante tutta la giornata le testimonianze di residenti e passanti per cercare di identificare l’assassino. Gli uomini del Nucleo rilievi dell’Arma hanno seguito tutti i rilievi scientifici sulla scena del delitto. L’arma del delitto non è stata trovata. Il magistrato di turno ha dipsosto l’autopsia. Fondamentali per risalire all’assassino, o agli assassini, potrebbero essere anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Qualcuno ieri parlava di alcune persone viste salire di corsa e poi scomparire su un furgone bianco. Probabilmente lo stesso automezzo bianco che compare anche nel racconto fatto dalla mamma della vittima. Resta da capire se è stato un delitto premedito, un regolamento di conti maturato nell’ambito della piccola malavita locale, oppure, come sostiene il padre, una rapina finita male.

Ieri fuori dalle case popolari di via Fiume tanta gente per strada, o a guardare dalle finestre il via vai delle auto di carabinieri e delle ambulanze. Cristian Sebastiano con ogni probabilità conosceva il suo assassino. Ma non si aspettava l’aggressione brutale. È sceso senza mostrare alcuna preoccupazione ai genitori: "Vado un attimo in edicola a controllare la ricarica e torno".