
LISSONE
di Fabio Luongo
C’erano già il luogo e il personale necessario. Bloccate a un passo dall’attivazione, le forze messe in campo restano comunque a disposizione e pronte a tornare in gioco qualora le indicazioni della Regione cambiassero. Anche perché, il Comune ne resta convinto, avere un centro vaccinale di prossimità, che permetta specialmente ai più anziani di vaccinarsi vicino casa e per mano dei medici di famiglia, sarebbe stata la scelta più adatta e funzionale. Una soluzione la cui preparazione ha tra l’altro messo in luce "un senso di comunità che in questa occasione avrebbe potuto essere prezioso, e lo è ancora, un patrimonio da non perdere".
Lo ribadisce la sindaca Concetta Monguzzi in una lettera aperta ai lissonesi pubblicata sul sito Internet del municipio. La prima cittadina ricostruisce passo passo l’iter che ha portato alle soglie dell’apertura di un centro vaccinale in città, nei locali dell’oratorio della frazione di Santa Margherita, stoppato però dalla Regione che alla fine ha deciso di puntare su grandi strutture. "Quando a gennaio viene chiesto ai Comuni di indicare la disponibilità di spazi per la somministrazione dei vaccini in collaborazione con i medici di famiglia, io rispondo subito di sì", scrive Monguzzi. Arrivano poi le indicazioni sulle caratteristiche dei luoghi adatti, sulle attrezzature necessarie e "uno schema di svolgimento delle linee vaccinali, e la necessità di trovare volontari".
"Mi contatta una cooperativa di dottori, alcuni medici di base si dicono disponibili. Anche la Protezione civile si rende subito disponibile e individua due persone per partecipare a un corso di formazione sulla gestione della linea vaccinale. Il parroco propone uno spazio molto grande in oratorio". Quindi sopralluoghi, ipotesi di calendario. "Riusciamo – spiega Monguzzi – a istituire tre linee vaccinali. Siamo pronti per partire".
Ma arriva lo stop della Regione. "Tanto lavoro per nulla, mi viene da dire. Ma non voglio fermarmi a questo. Noi siamo a disposizione qualora fosse necessario e in pochissimo tempo siamo in grado di attivarci. La scelta di un centro di prossimità per gli over 80 era nella logica di creare meno disagi alle persone anziane e a chi si prende cura di loro, meno disturbi rispetto al tempo e al trasporto. Inoltre avere il proprio medico che vaccina dà fiducia perché conosce la storia personale e le patologie".