Confermate dal gip del Tribunale di Monza Marco Formentin dopo gli interrogatori di garanzia tutte le misure di custodia cautelare per le presunte truffe transnazionali che hanno portato la Guardia di finanza di Como a eseguire 19 ordinanze. Restano in carcere il broker bresciano agente della parte lesa Banca Progetto, Marco Savio, indagato agli arresti domiciliari anche a Brescia; il lecchese Ernesto Maria Cipolla, ritenuto a capo dell’associazione a delinquere che ha portato al sequestro di 6 milioni e 700mila euro; il presunto sodale di Cipolla, il milanese Simone Iacone; il commercialista lecchese Michele Migliore e il collega milanese Paolo Attilio Remo Cotini e i presunti riciclatori, il varesino Maurizio Ponzoni e il monzese Massimiliano Musa.
Confermati anche gli arresti domiciliari per altri 7 indagati e l’obbligo di firma per altri 5. Sono 28 complessivamente gli indagati a vario titolo per truffa, bancarotta, riciclaggio, autoriciclaggio e false comunicazioni sulle società. Quelli brianzoli sono cinque. Massimiliano Musa è accusato in qualità di amministratore di fatto di una società con sede a Praga e di un’altra amministrata da un altro indagato a piede libero, Luciano S., calabrese di Melito Porto Salvo residente a Cesano Maderno, di avere ricevuto denaro "per emettere fatture per operazioni inesistenti intestate alle società beneficiarie delle truffe". Nelle carte spicca il nome dell’ex finanziere di Monza in congedo Alessandro De Domenico, residente a Bernareggio. A De Domenico è contestata l’associazione per delinquere insieme a Omar Di Blasi, residente a Briosco, anche lui ai domiciliari per avere fatto da “corriere“ per la consegna dei contanti a un complice delle false fatture. Risulta invece tra quelli con l’obbligo di firma il monzese Raffaele A., ritenuto dagli inquirenti una ‘testa di legno’.
S.T.