DARIO CRIPPA
Cronaca

Un'altra truffa a Monza: attenti alla coppia diabolica

Un 80enne derubato di 2mila euro da finti tecnici dell’acqua, terzo caso in pochi giorni. La polizia: mai aprire agli sconosciuti, facciamo rete

Due truffe sono avvenute nella stessa mattinata

Monza, 20 febbraion 2020 - Tre truffe nello spazio di pochi giorni. Due nella stessa mattinata (una riuscita e una no) il 13 febbraio scorso nelle vie Adigrat e Montelungo. Una il 18 febbraio in via Po. Modalità simili, fisionomia dei truffatori molto simile. Probabilmente - questa la convinzione della polizia - la stessa batteria di delinquenti. E infatti gli agenti della Squadra Volante e di quella Investigativa della Questura di Monza hanno drizzato le antenne, stanno lavorando a un identitikit e si raccomandano ai cittadini perché prestino particolare attenzione. Con tutti i consigli del caso: mai aprire agli sconosciuti; in caso di dubbio, anche quando chi si presenta esibisce distintivi, cappellini o tesserini di presunte forze dell’ordine, controllare sempre con una telefonata al 112.

E un appello: “fare rete”, perché spesso basta che un parente o un vicino di casa si attivino per impedire che un innocente finisca nelle grinfie dei malviventi. Tenendo presente che di solito agiscono in coppia, nelle ore della mattinata e hanno come obiettivo gli anziani. Così racconta anche l’ultimo episodio, quello accaduto l’altro giorno in via Po. Alle 9.45 a casa dell’anziano, un 80enne, si presenta un uomo: parla un italiano perfetto, ha la carnagione chiara, capelli scuri e corti, è alto 1,65 circa. Indossa un gilet da simil-elettricista e si qualifica come dipendente di una società addetta al controllo dell’acqua (in precedenza aveva impersonato un carabiniere e un poliziotto). Sul petto ha lo stemma color rosso arancione con il logo di una determinata ditta.

Racconta che deve effettuare un controllo dell’acqua, che potrebbe contenere una sostanza tossica simile al mercurio. Con un aggeggio simile a un telecomando, si dirige verso il rubinetto della cucina emettendo una luce rossa e un bip, a sottolineare – dice lui – che l’acqua è contaminata. Occorre dunque – spiega – mettere al riparo in frigorifero banconote e gioielli "perché i fumi del mercurio potrebbero danneggiarli". Il solito stratagemma. Stavolta il complice entra in scena di nascosto approfittando della porta rimasta aperta e, mentre il finto tecnico sale al piano superiore col padrone di casa per proseguire il controllo, ne approfitta per impossessarsi della busta con i soldi e i gioielli riposta in frigorifero. A quel punto, il gioco è fatto. Il truffatore esce di scena sfoderando un grande sorriso e al vecchietto non resta che accorgersi del furto (2.000 euro il bottino) e chiamare la polizia.